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UE: ancora 5 anni di dazi sul biodiesel statunitense

biodiesel statunitense
Foto di andreas160578 da Pixabay

Rimane alta la guardia contro il biodiesel statunitense

(Rinnovabili.it) – L’industria dei biofuel europei è fragile e senza una rete di protezione rischia di esser sommersa da esportazioni statunitensi ipersovvenzionate. Questa la posizione della Commissione europea sull’ultimo strascico del caso B99. Dopo un attento riesame, infatti, l’esecutivo ha deciso di rinnovare per altri 5 anni i dazi sul biodiesel Made in USA

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L’indagine era partita a settembre 2020 su richiesta dell’European Biodiesel Board (EBB) per conto del produttore francese Saipol, della tedesca Verbio e della spagnola Campa. Tuttavia, il caso commerciale ha radici ben più antiche. La denuncia originale per il “B99” statunitense – così chiamato perché contenente il 99% di biodiesel e l’1% di diesel fossile – era stata presentata per la prima volta nel 2008. L’industria europea aveva lamentato la presenza di generose sovvenzioni governative lato USA in grado di distorcere la concorrenza sul mercato comunitario attraverso prodotti low cost.

Un elemento confermato dalla prima indagine di Bruxelles che decise pertanto di imporre, a partire dal luglio 2009, misure antidumping e di compensazione sul biodiesel statunitense per un periodo 5 anni. Tuttavia diverse società cercarono di aggirare i dazi UE attraverso il Canada, spingendo la Commissione europea ad istituire nel 2011 anche delle misure antielusione. E nel 2015 i dazi furono prorogati di altri 5 anni dal momento che, spiega EBB, le circostanze non erano cambiate.

Tredici anni dopo la situazione ha fatto ben pochi passi avanti, stando a quanto riportato dall’esecutivo UE nella sua decisione finale. Oggi, infatti, l’industria statunitense beneficia di crediti d’imposta, sovvenzioni e garanzie sui prestiti tali da permettergli di vendere all’estero il biofuel a prezzi inferiori rispetto quelli nazionali. “In caso di scadenza delle misure – si legge nella Gazzetta dell’Unione –  volumi ingenti di biodiesel sovvenzionato proveniente dagli USA eserciterebbero una pressione al ribasso molto forte sui prezzi dell’Unione, con un impatto significativo sulla situazione economica dell’industria UE. Ne consegue che molto probabilmente i volumi di produzione e di vendita” del biodiesel europeo “diminuirebbero e i profitti attualmente ridotti, si trasformerebbero in perdite”.

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 Da qui la decisione di estendere le misure protettive di altri 5 anni. I dazi antidumping vanno da zero a 198,0 euro per tonnellata di carburante; quelli anti-sovvenzioni da 211,2 a 237,0 euro per tonnellata. 

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