(Rinnovabili.it) – L’Europa non riesce proprio mollare la presa sui biocarburanti di prima generazione. L’accordo informale raggiunto ieri dai rappresentanti di Commissione europea, Parlamento e Stati membri sul progetto di legge riguardante le rinnovabili nei trasporti comunitari, riporta il limite dei biofuel a base di colture nuovamente al 7%.
L’intesa raggiunta dal Trilogo segue anni di discussione al livello legislativo sulla necessità o meno di limitare i biocombustibili tradizionali, soprattutto dopo le evidenze scientifiche dei danni associati alla loro produzione.
L’espansione di coltivazioni per la produzione di biocombustibili, come soia,mais, olio di palma e canna da zucchero non solo sta accelerando i tassi deforestazione e alzando il costo della maggior parte dei generi alimentari, ma è anche accompagnata da una politica di concentrazione della terra nelle mani di pochi proprietari (con un effetto di esclusione dell’agricoltura su piccola scala) e da sempre maggiori dubbi sull’effettivo contributo ambientale (in termini di emissioni evitate). Ecco perché l’accordo di compromesso raggiunto dall’Ue sembra a tutti gli effetti un passo indietro soprattutto rispetto a quanto chiesto nei mesi precedenti dalla Commissione Ambiente dell’Europarlamento, ovvero un limite del 6%.
E se il punto percentuale di differenza sembra poco sulla carta, non lo è per la Commissione europea, il Parlamento e il Consiglio che hanno motivato la loro decisione con la preoccupazione di danni economici e posti di lavoro a rischio per quanti avevano già investito nei biofuel di prima generazione. Peccato che dare spazio ai biocombustibili da coltura significa anche ridurre quello per carburanti avanzati, quelli per intenderci ottenuti da rifiuti e alghe. Il testo deve ancora ricevere l’approvazione ufficiale; il prossimo passo sarà il voto della commissione ambiente del Parlamento UE che si esprimerà sul progetto il prossimo 14 aprile, e quindi dovrà essere approvato in plenaria a Strasburgo.