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Biocarburanti UE, le pressioni delle lobby stanno avendo effetto?

Biocarburanti UE

 

 

Delude la nuova proposta sulla valutazione dei rischi ILUC per i biocarburanti UE

(Rinnovabili.it) – L’Unione europea ha definito negli anni passati una serie di criteri di sostenibilità per garantire che l’uso dei biocarburanti e dei bioliquidi avvenga senza danneggiare la biodiversità e in modo da garantire un reale risparmio emissioni. L’aggiornamento della direttiva sulle fonti rinnovabili, la nuova REDII, ha imposto all’Europa di rivedere tali criteri, includendo i risultati degli ultimi studi tecnici su impatto e contabilità di emissioni. Nel dettaglio, il provvedimento comprende una nuova regola per la biomassa forestale (utilizzata anche per la produzione di biocarburanti) e un’estensione dei criteri di sostenibilità alla biomassa utilizzata per la produzione di calore e di energia elettrica. Inoltre consente alla Commissione di riconoscere aree per la protezione di ecosistemi o specie rari, minacciati o in pericolo di estinzione. All’esecutivo comunitario è stato anche assegnato il compito di stabilire norme attuative dettagliate, compresi adeguati standard di affidabilità, trasparenza e controllo contabile. Ma le prime mosse in tal senso deludono le aspettative.

 

Mentre l’Indonesia si appella alla WTO per combattere la futura messa al bando dell’olio di palma dal settore dei carburanti UE, anche le pressioni interne delle lobby sembrano farsi sentire. Stando a quanto riportato in esclusiva da Euractiv, il primo atto delegato in materia di criteri di sostenibilità dei biocarburanti avrebbe definito principi “troppo leggeri”.

Parlando a condizione di anonimato, una fonte vicina a Bruxelles ha rivelato che la Direzione generale della delegazione energetica, che determinerà il futuro dell’olio di palma in Europa, non ha soddisfatto un certo numero di commissari europei, con la sua proposta sulla definizione dei rischi legati al cambiamento indiretto della destinazione dei terreni (ILUC). L’atto delegato doveva essere presentato entro la fine di gennaio ma è stato per ora bloccato. La stessa fonte ha spiegato che alcuni Commissari hanno ritenuto “troppo leggero” il criterio proposto per i sistemi di certificazione a basso rischio, che renderebbe pertanto più facile l’ingresso dell’olio di palma nel mercato dell’UE. La questione verrà discussa nella riunione del Collegio domani 6 febbraio.

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