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Biocarburanti, Strasburgo porta al 6% la quota di I generazione

Biocarburanti, Strasburgo porta al 6% la quota di I generazione

 

(Rinnovabili.it) – Impegno contenuto per l’Europarlamento che si è trovato oggi in aula a Strasburgo per votare l’atteso testo normativo dedicato al settore dei biocarburanti. I deputati europei hanno infatti approvato  le nuove regole per stabilire un tetto all’utilizzo di biocombustibili tradizionali, dopo le recenti evidenze scientifiche sulla che voglio questo tipo di colture energetiche non solo  in competizione con la produzione alimentare ma meno sostenibili di quanto inizialmente stimato. Il progetto di legge, adottato in plenaria con 356 voti in favorevoli, 327 contrari e 14 astenuti, porta il “cap” per i biofuel di prima generazione nel consumo finale di energia dall’attuale 10% della legislazione vigente, al 6% entro il 2020. Un decremento importante che tuttavia si scosta dalla proposta licenziata dalla Commissione Europea, di un tetto del 5%.

 

“E’ stato un dibattito difficile, perché gli interessi economici hanno pesato molto. Il testo è molto tecnico, ma comporta importanti implicazioni economiche ed etiche”, spiega a termine della votazione la relatrice Corinne Lepage (ALDE, FR).

 

Il risultato non soddisfa però Amici della Terra Europa, soprattutto perché gli europarlamentari si sono espressi contro  l’introduzione di una corretta contabilizzazione del fattore ILUC, o “cambiamento indiretto della destinazione dei terreni”, tra gli elementi obbligatori per valutare la sostenibilità dei biocombustibili.  

 

“I limiti imposti  a biocarburanti prodotti da colture alimentari non vanno abbastanza lontano”, commenta Robbie Blake, attivista di Amici della Terra Europa. “Il risultato di oggi significa che il consumo di biofuel in Europa continuerà a crescere e quindi a causare un aumento dei prezzi alimentari, della deforestazione e del cambiamento climatico”.

 

Per due voti di scarto, la relatrice non ha ottenuto un mandato per negoziare un accordo in prima lettura col Consiglio. Spetta ora agli Stati membri di adottare una posizione comune. Se questa sarà diversa dalla posizione del Parlamento, si andrà in seconda lettura.

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