Dalle aree non adatte alla coltivazione di Brasile, Canada, Cina e USA potrebbero essere prodotti abbastanza biofuel algali da poter soddisfare oltre il 30% del consumo di carburante di tali paesi
(Rinnovabili.it) – Nel settore della produzione dei biocarburanti è ormai un dato certo che la miglior fonte, in termini di rendimenti e sostenibilità, siano le microalghe. Rispetto alle materie prime come la soia, il mais o la canna da zucchero vantano infatti rese molto più importanti a fronte di consumi territoriali irrisori e senza essere in concorrenza con la produzione alimentare. Un team di ricercatori della Utah State University è però voluto andare oltre le informazioni e i dati più conosciuti, calcolando quanto le belle promesse dei biofuel di terza generazione possano davvero rivelarsi tali.
Gli scienziati hanno sfruttato un modello di crescita previsionale su larga scala sfruttato su larga scala, utilizzando i dati meteorologici di 4388 sedi nel mondo e determinando così l’attuale potenziale di produttività globale delle microalghe. “Il nostro obiettivo non era quello di sfatare letteratura esistente, bensì quello di produrre una valutazione più esaustiva, accurata e realistica della resa globale della biomassa e dei lipidi algali”, spiega l’ingegnere meccanico Jeff Moody. “I nostri risultati sono stati molto più prudenti di quelli presenti nella letteratura scientifica corrente“, aggiunge il collega Jason Quinn. “Ma anche così, i numeri sono impressionanti.”
Le microalghe, affermano i ricercatori, sono in grado di produrre realisticamente circa 2.500 galloni di biocarburante per ettaro l’anno; al contrario, con lo stesso spazio a disposizione, la soia produce circa 48 galloni ed il mais solamente 18. I ricercatori stimano che dalle aree non adatte alla coltivazione di Brasile, Canada, Cina e Stati Uniti potrebbero essere prodotti abbastanza biocarburanti algali da poter soddisfare oltre il 30 per cento del consumo di carburante di tali paesi. “E’ una percentuale impressionante da fonti rinnovabili”, conclude Moody. “I nostri risultati aiuteranno a giustificare l’investimento nello sviluppo di tecnologie e infrastrutture per sintetizzare biocarburanti algali”.