È in grado di velocizzare il processo di trasformazione della biomassa in zuccheri di ben 14 volte. Una manna per l’industria dei biocarburanti
(Rinnovabili.it) – Gli scienziati del National Renewable Energy Laboratory del Dipartimento dell’Energia statunitense (NREL) hanno sviluppato un enzima che potrebbe cambiare l’economia della conversione dei biocarburanti, trasformando la biomassa in zuccheri fino a 14 volte più rapidamente e in maniera molto più conveniente rispetto agli attuali catalizzatori a base di diversi enzimi. Questa proteina, chiamata CelA è una cellulasi del batterio Caldicellulosiruptor bescii e ha diverse qualità: a differenza di molti catalizzatori, può digerire non uno, ma due componenti base della biomassa, la cellulosa e lo xilano. Riesce a staccare il materiale utile dalle pareti cellulari delle piante, ma scava anche più a fondo, recuperando più della biomassa digeribile, aprendo veri e propri “pozzi” che nessun altro enzima conosciuto sa scavare.
CelA può anche operare in condizioni di temperatura elevate, che permettono una velocizzazione del processo ed eliminano i microrganismi che potrebbero interferire. Inoltre, dato che opera al di sopra del punto di ebollizione dell’alcool, questo viene separato naturalmente, permettendo un considerevole risparmio in un passaggio costoso del processo di conversione.
«Se è possibile ottenere in un giorno quello che in genere ha bisogno di sette anni di tempo – spiega, ha detto la scienziata Romana Brunecky, del NREL – tutto ciò può avere un enorme impatto economico».
Il solo batterio CelA è da quattro a cinque volte più veloce ad abbattere gli zuccheri rispetto all’insieme di enzimi utilizzati oggi. Combinandolo con una Beta-glucosidasi diventa invece ben 14 volte più veloce.
Se l’enzima continua a funzionare bene anche nei test su scala più ampia, potrebbe contribuire a ridurre il prezzo di conversione della cellulosa e, con esso, quello di tutti i derivati, dal carburante a etanolo a quello al butanolo, oltre a numerosi prodotti chimici.
La biomassa lignocellulosica è la risorsa più abbondante e sostenibile sulla Terra, in gran parte costituita da residui vegetali che altrimenti passerebbero inutilizzato e lasciato a decadere. Gli scienziati sostengono che, utilizzando questa biomassa come fonte di combustibili alternativi, si possa aiutare a compensare la dipendenza del mondo dai combustibili fossili e ridurre le emissioni di gas serra.