Il Gruppo JB realizzerà un impianto di produzione di biodiesel ed etanolo utilizzando come materia prima alghe e la CO2 emessa dalle caldaie di una sua centrale di I generazione
Alghe e anidride carbonica saranno la materia base; le prime, così come la biotecnologia necessaria per coltivarle, saranno fornite dalla SAT, mentre la CO2 proverrà dai fumi di un impianto di JB già esistente e dedicato alla generazione di etanolo da canna da zucchero. “Convertiremo la CO2 da voce passivo ad attiva”, spiegano alla SAT. “Per ogni litro di etanolo prodotto, un chilogrammo di CO2 viene rilasciata nell’atmosfera. Prenderemo queste emissioni e vi nutriremo il nostro stabilimento”.
Ogni ettaro predisposto ad accogliere i bioreattori è in grado di produrre 400 volte la biomassa ottenuta dalle tradizionali colture di prima generazione catturando in più 5000 tonnellate di carbonio prodotte dalle caldaie industriali. A regime ogni ettaro frutterà 1,2 milioni di litri di biodiesel e prodotti biochimici, come omega 3 e omega 6, o 2,2 milioni di litri di etanolo. Il progetto deve ancora essere approvato dall’Agenzia petrolifera nazionale.