(Rinnovabili.it) – E se si combattesse l’eutrofizzazione producendo in situ biocarburanti dalle alghe? E’ quello che si sono chiesti alcuni scienziati all’Università del Western Michigan, conviti di poter dare un ritorno economico importante alla lotta contro il fenomeno dell’hypertrophication. La fioritura dei fitoplancton è la risposta dell’ecosistema all’aggiunta di sostanze ad un sistema idrico, come ad esempio i fertilizzanti in agricoltura. Questi “fiori” sono in grado di danneggiare seriamente la vita acquatica e, dal momento che sfruttano l’ossigeno presente nell’acqua, possono creare delle zone morte dove quasi ogni forma di vita è preclusa. Per il chimico John B. Miller e colleghi però, questo problema può trasformarsi in un’opportunità. Il team sta lavorando infatti su un modo per ripulire le acque da queste alghe e trasformarle in prodotti utili: biocarburanti.
In realtà la biomassa algale ha già trovato spazio nella sintesi di biofuel, grazie alla sua velocità di crescita e alla non competizione con le colture alimentari. Attualmente sono sempre più numerosi i progetti che, a livello mondiale, stanno studiando la produzione su larga scala; a mancare è invece un approccio per così dire più “domestico”, obiettivo a cui sta puntando il team di Miller. “Per le piccole applicazioni agricole, il sistema dovrebbe essere facile da usare, quasi automatico e adatto alle installazioni diffuse”, spiega lo scienziato. “Allora, la mia attenzione si è dedicata all’applicare questa tecnologia senza bisogno di una grande infrastruttura elettrica, grandi impianti di pompaggio e tutto ciò che viene richiesto per le operazioni centralizzate”. Attualmente, il team sta esplorando diversi substrati per ottimizzare la crescita di alghe nei corpi idrici e studiando diverse opzioni per le tecniche di raccolta. E i rifiuti del processo di fermentazione e distillazione dei biocarburanti sono elementi con proprietà nutrienti che possono essere riciclati nei campi come fertilizzante organico.