Quello dei biocarburanti dalle alghe era un fiasco annunciato?
(Rinnovabili.it) – Forse non sarà piacevole sentirlo, ma la produzione commerciale di biocarburanti dalle alghe, alternativa agli inquinanti biofuel di prima generazione, è morta ancora in fasce. A decretarne la prematura dipartita è un nuovo rapporto diffuso da Biofuelwatch e Friends of the Earth: le due organizzazioni rivelano che dopo decenni di investimenti, è tempo di dirsi la verità: è altamente improbabile che questo settore abbia qualche successo. Anzi, a dire il vero ci sarebbero rischi ambientali e sanitari non ancora calcolati, derivanti dalle microalghe OGM utilizzate per produrre combustibili, sostanze chimiche o altri prodotti.
Secondo il rapporto, le alghe ingegnerizzate pongono seri pericoli, poiché si tratta di organismi invasivi che soverchiano le specie native, e le fioriture possono essere dannose per l’ambiente e la salute, poiché potrebbero dare origine alla produzione di tossine pericolose. Senza contare gli impatti sul suolo dell’utilizzo di sostanze chimiche per queste materie prime intensive dal punto di vista energetico e idrico.
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«La corsa a produrre alghe geneticamente modificate prima di valutarne la sicurezza potrebbe comportare gravi conseguenze non intenzionali – ha spiegato Dana Perls, attivista di Friends of the Earth USA – Questi organismi possono trasformarsi in un “inquinamento vivente” impossibile da fermare. Serve una moratoria sulla coltivazione commerciale delle microalghe OGM e gli investimenti dovrebbero essere reindirizzati verso soluzioni più promettenti e sostenibili».
Il dossier delle ONG esplora le barriere biologiche e tecniche alla produzione di biocarburanti dalle alghe, fornendo un’interpretazione ai ritardi nello sviluppo commerciale di queste materie prime nonostante decenni di investimenti pubblici e privati. La tesi è che sia per i biocarburanti che per prodotti come le creme per il viso, la coltivazione su larga scala di microalghe geneticamente manipolate presenta rischi inaccettabili, perpetua il mito che i biocarburanti forniranno un’alternativa vitale e sostanziale ai combustibili fossili e allontana finanziamenti e risorse da soluzioni più sicure.
Il prezzo, nel frattempo, continua ad aumentare, poiché non reggono le affermazioni sulla produttività e crollano le promesse storiche di redditività commerciale.