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Biocarburanti dalla paglia, il futuro è nella fotosintesi inversa

Da un team di ricercatori danesi la scoperta del contributo della luce solare nella produzione dei biocarburanti di seconda generazione

Biocarburanti dalla paglia, il futuro è nella fotosintesi inversa

 

(Rinnovabili.it) – Basta la luce del sole per facilitare la produzione dei biocarburanti dalla paglia o dal legno. Questa la rivelazione di un gruppo di ricercatori dell’Università di Copenhagen alle prese con le principali reazioni di sintesi dei biofuel a partire dalla biomassa vegetale. Gli scienziati, guidati dal professor Claus Felby, hanno scoperto come un processo naturale, descritto da loro come fotosintesi inversa, è in grado di moltiplicare l’efficacia di alcuni enzimi coinvolti nel processo produttivo. “Si tratta di un punto di svolta, che potrebbe trasformare la produzione industriale di combustibili e prodotti chimici, riducendo in modo significativo l’inquinamento”, afferma Felby.

 

Ma in cosa consiste la fotosintesi inversa? “Usiamo il termine fotosintesi inversa perché gli enzimi usano l’ossigeno atmosferico e raggi del sole per abbattere e trasformare legami carbonio, nelle piante, tra le altre cose, invece di fare il contrario, come avviene nella fotosintesi tradizionale”.

Gli scienziati provano a spiegare il concetto con poche parole: nel processo, l’energia dei raggi solari rompe la biomassa piuttosto che costruire materiale vegetale. La luce viene raccolta dalla clorofilla (la stessa molecola utilizzata nella fotosintesi) e in combinazione con l’enzima monoossigenasi rompe velocemente le molecole.

“E’ sempre stato proprio sotto i nostri occhi, ma nessuno fino ad oggi ci ha mai fatto caso: la fotosintesi attraverso il sole non si limita a lasciare che le cose crescano, gli stessi principi possono essere applicati a scindere la materia vegetale, permettendo il rilascio di sostanze chimiche. in altre parole, la luce solare diretta spinge i processi chimici […] senza input energetici aggiuntivi “, spiega Felby.

 

I risultati della ricerca, che sono stati pubblicati nella rivista Nature Communications, mostrano come sfruttando la potenza del sole, le reazioni di sintesi che altrimenti richiederebbero 24 ore o più possono essere ottenute in soli 10 minuti. Ciò significa poter avere una produzione più veloce, a temperature più basse e una maggiore efficienza energetica della fabbricazione su scala industriale.