(Rinnovabili.it) – Niente da fare per l’accordo tra i ministri dell’energia europei sulla direttiva biofuel. Il periodo di tempo preso per risolvere le divergenze nate in seno alla revisione delle politiche comunitarie sui biocarburanti si è esaurito senza alcun risultato o posizione condivisa. I negoziati avviati dal Consiglio Energia dell’Unione europea si sono infatti arenati principalmente su due elementi: il contributo massimo dei biocombustibili a base agrolimentare sull’obiettivo di sostituzione del 10% (fissato dalla Direttiva sulle Rinnovabili) e la contabilizzazione di tutte le emissioni di carbonio (dirette e indirette) provocate dai biocarburanti, ovvero inserendo nel calcolo anche il fattore ILUC.
Il niente di fatto da parte dei Ventotto delude e preoccupa. “Un mancato accordo a cui deve seguire un rinnovato impegno per far ripartire il negoziato su nuove basi più in linea con le proposte della Commissione e del Parlamento europeo”, commentano all’unisono Oxfam Italia e ActionAid. “La proposta messa sul tavolo dalla Presidenza lituana era un compromesso del tutto inadeguato a rendere la politica europea sui biocarburanti più sostenibile – ha detto Marco De Ponte, Segretario Generale ActionAid – Basti solo pensare che alzare di due punti percentuali il limite del 5% proposto dalla Commissione per i biocarburanti prodotti da colture alimentari significherebbe mettere nei serbatoi delle nostre macchine una quantità addizionale di cibo sufficiente a sfamare 69 milioni di persone – l’intera popolazione italiana! – ogni anno”.
Nel contesto europeo, la posizione italiana sposa le richiesta di maggiore sostenibilità per i biocarburanti avanzata dalle due associazioni, essendo il Balpaese fra gli Stati membri sostenitori di un limite più rigido ai biofuel di prima generazione. “Accogliamo positivamente la posizione assunta dall’Italia in merito al testo portato in votazione oggi al Consiglio. – ha detto Elisa Bacciotti, Direttrice Campagne di Oxfam Italia – L’Italia, coerentemente agli indirizzi dati dai Parlamenti italiano ed europeo, e alle richieste degli oltre 23.000 cittadini italiani che hanno firmato la petizione No Food For Fuel, ha scelto di non sostenere il testo della Presidenza lituana, dichiarandosi a favore di un limite ai biocarburanti convenzionali che non vada oltre il 6% e spendendosi in fase negoziale per incentivare i biocarburanti che non sono prodotti da materia prima agroalimentare”. Ecco perché le due associazioni chiedono oggi al governo italiano prossimo a guidare il semestre di presidenza, di continuare a lavorare in sede europea affinché la successiva fase negoziale riparta dagli elementi chiave della proposta iniziale della Commissione Europea fissando un limite al 5% per biocarburanti prodotti da coltivazioni e contabilizzando tutte le emissioni di carbonio associate.