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Biocarburante da rifiuti, può tagliare fino al 60% della CO2

Pubblicato uno studio che mostra come la conversione dei rifiuti in biofuel potrebbe rispondere entro il 2030 al 16% della domanda di carburante per auto tradizionale

Biocarburante da rifiuti, può tagliare fino al 60% della CO2(Rinnovabili.it) – Il biocarburante da rifiuti potrebbe, in soli 16 anni, sostituire il 16% di tutto il combustibile utilizzato sulle strade europee, tagliando la spesa sulle importazioni di petrolio e stimolando l’economia rurale per un totale di 15 miliardi di euro. E’ quanto afferma uno studio “Wasted: Europe’s Untapped Resource” redatto  da gruppi  industriali e ONG. Il documento, i cui promotori comprendo Novozymes, WWF, e Virgin Airways, sostiene che esista un notevole potenziale energetico ancora del tutto non sfruttato nei rifiuti di aziende agricole, foreste, famiglie e industria nell’Unione Europea. I ricercatori hanno calcolato che i cittadini europei buttino ogni anno ben 900 milioni di tonnellate di carta da macero, cibo, legna e materiale vegetale, circa un quarto dei quali – ovvero quasi 220 milioni di tonnellate – può essere dirottato al recupero energetico.

 

Questa enorme montagna di spazzatura sarebbe in grado, infatti,di fornire abbastanza materia prima per produrre tanto biocombustibile da rimpiazzare 37 milioni di tonnellate di importazioni di greggio l’anno: un potenziale tecnico che sarebbe pari al 16 per cento della domanda di carburanti per il trasporto su strada nel 2030. In altre parole, scrivono gli autori del documento, si tratterebbe di dar vita ad un settore che, a pieno regime, potrebbe supportare fino a 300.000 posti di lavoro e contribuire a tagliare drasticamente i gas ad effetto serra legati al comparto trasporto anche del 60%. “Anche quando si tiene conto delle possibili emissioni indirette, i combustibili alternativi da rifiuti e residui offrono risparmi reali e sostanziali in termini di carbonio”, ha spiegato Chris Malins, che ha condotto le analisi per il Council on Clean Transportation. “La risorsa è disponibile, e la tecnologia esiste – la sfida per l’Europa è ora quella di mettere  in atto un quadro politico che permetta investimenti rapidi”.