Gli ingegneri del Pacific Northwest National Laboratory hanno semplificato il procecesso di trasformazione delle colture algali in olio, acqua e sottoprodotti utilizzabili
Con un’ulteriore raffinazione, l’olio grezzo viene convertito in biodiesel e le acque reflue sono ulteriormente rielaborate per produrre gas combustibile e sostanze come potassio e azoto. Oltre ad essere incredibilmente veloce, la tecnologia elaborata dal PNNL e include una serie di metodi per ridurre il costo di produzione, grande ostacolo ai biocarburanti di terza generazione. L’elemento più importante è che il processo funziona con le alghe bagnate mentre la maggior parte delle tecniche attuali si basa sull’essiccazione della biomassa algale, procedimento che richiede energia e soldi. “Non dover asciugare le alghe è una grande vittoria”, ha commentato Elliott. “Poi ci sono degli ‘extra’, come essere in grado di estrarre dall’acqua gas riutilizzabile e poi riciclare l’acqua residua e le sostanze nutritive per far crescere le alghe, riducendo così ulteriormente i costi”. Il sistema PNNL funziona in maniera continua, elaborando circa 1,5 litri di liquami algali nel reattore in un’ora.