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Bike sharing migliore con il manuale europeo

(Rinnovabili.it) – Partito in sordina poco più di dieci anni fa, il bike sharing è oggi una pratica che vanta una diffusione a livello mondiale, un boom internazionale fatto di best practice, ma anche tante carenze. Lo sa bene Optimising Bike Sharing in european cities (OBIS), il progetto attivato nel 2008 all’interno del programma Intelligence Energy Europe (IEE), che per tre anni ha esaminato il fenomeno in nove Paesi del mondo, analizzando più di 50 sistemi di bike sharing e raccogliendo informazioni utili in materia. Nell’ottica di fornire ai decision makers utili consigli per incoraggiare l’implementazione e la messa a regime del servizio in tutto il mondo, OBIS ha elaborato e pubblicato i risultati della ricerca in un manuale, allo scopo di promuovere una costruttiva condivisione delle conoscenze.

Da quanto emerso, il bike sharing ha bisogno di essere sostenuto dall’alto all’interno di un quadro strategico ben definito di politiche per la mobilità e riesce a funzionare bene quando a monte viene fatta un’attenta pianificazione. Saper rispondere alle esigenze di un determinato contesto è, infatti, una condizione essenziale per declinare il servizio in maniera ottimale e cruciale risulta anche l’individuazione di nuovi meccanismi di finanziamento, troppo spesso orientati al settore automobilistico piuttosto che alla mobilità sostenibile. Ma il futuro della bicicletta pubblica è per OBIS assolutamente luminoso: l’interesse per questa pratica continua a crescere e le città stanno capendo quanto sia importante poterla inserire nella propria offerta di trasporto pubblico. “I servizi di bike sharing – si legge nel manuale – si sono evoluti dalla prima, alla seconda, fino alla terza generazione. Ora si stanno indirizzando verso la quarta”. Sulla base di quanto emerso dalle ricerche del progetto OBIS, anche Legambiente ha elaborato alcune utili linee guida da seguire.

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