Il passaporto della batteria sarà obbligatorio in UE fra 3 anni
Volvo sarà il primo produttore di veicoli elettrici a offrire un passaporto della batteria sul suo nuovo SUV elettrico EX90. Il documento fornirà dettagli sui componenti delle materie prime, sulla quantità di contenuto riciclato e sull’impronta di carbonio complessiva del pacco batteria.
Il passaporto della batteria è sviluppato con il contributo della startup britannica Circulor e supportato dalla tecnologia blockchain. Si propone di aumentare la trasparenza del prodotto ed educare i consumatori sulle credenziali di sostenibilità del veicolo. Circulor mappa le catene di approvvigionamento per le aziende, permettendo di tracciare ogni fase del ciclo di vita della batteria, dall’estrazione dei materiali alla produzione finale.
Passaporti obbligatori in UE, ma solo a partire dal 2027
Questa mossa di Volvo, di proprietà del produttore cinese Geely, anticipa la normativa dell’Unione Europea che renderà obbligatori i passaporti delle batterie per i veicoli elettrici a partire da febbraio 2027. L’iniziativa europea mira a rendere trasparenti l’origine dei materiali, l’impronta di carbonio e il contenuto riciclato, sia per le autorità di regolamentazione che per i clienti.
I primi modelli EX90 con passaporto della batteria usciranno dalla nuova linea di produzione Volvo a Charleston, nella Carolina del Sud, nelle prossime settimane. Questi passaporti assumeranno la forma di un codice QR situato all’interno della portiera del conducente. Da qui si potranno trarre le informazioni. Inoltre, la scansione fornirà anche informazioni aggiornate sullo stato di salute della batteria del veicolo elettrico, per quanto si tratti di uno strumento diagnostico già disponibile su numerosi EVs. Una versione più completa del passaporto sarà invece trasmessa alle autorità di regolamentazione.
Per garantire l’efficacia del sistema, Circulor traccia la catena di approvvigionamento di ciascuna batteria, monitorando non solo le origini dei materiali, ma anche le bollette energetiche mensili dei fornitori. In questo modo, può calcolare quanta parte dell’energia utilizzata proviene da fonti rinnovabili, contribuendo al calcolo dell’impronta di carbonio totale.