FCA è arrivata tardi nella corsa per la rivoluzione elettrica. Ad oggi è l’unico produttore auto dell’Unione a non aver ancora immesso sul mercato alcun veicolo elettrico.
Prestiti FCA? Ecco i vincoli: sviluppare una filiera dei veicoli elettrici in Italia e garantire posti di lavoro “verdi”
(Rinnovabili.it) – Supportare la produzione di veicoli elettrici a zero emissioni in Italia, creando contemporaneamente posti di lavoro “verdi”. Così si legge nel comunicato congiunto diffuso in queste ore da Kyoto Club e T&E che, in merito alla richiesta di finanziamento o garanzia pubblica avanzata da FCA, specificano la necessità di più stringenti vincoli ambientali.
Entrambe le associazioni spronano l’azienda presieduta da John Elkann ad impegnarsi e ad incrementare la produzione in Italia di modelli a zero emissioni prevista per il 2023, ad ottenere il supporto del governo per la creazione di una gigafactory italiana per la produzione di celle di batterie e a destinare il budget Ricerca e Sviluppo alla catena di valore dei veicoli elettrici.
“Per FCA la crisi è iniziata prima del COVID. A causa di scelte poco lungimiranti è arrivata tardi nella corsa per la rivoluzione elettrica. Ad oggi è l’unico produttore auto dell’Unione a non aver ancora immesso sul mercato alcun veicolo elettrico. Questo, insieme alla delocalizzazione della produzione fuori dal paese, ha considerevolmente indebolito la competitività dell’industria italiana“. Questo dichiara la responsabile di Transport & Environment per l’Italia, Veronica Aneris.
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Quello dell’elettrico è un settore dell’automotive particolarmente vivo e promettente. In base al nuovo report pubblicato da T&E, Can electric cars bit the COVID crunch?, non ci sono dubbi a riguardo: il mercato dei veicoli elettrici gode di ottima salute, e l’aumento degli investimenti nello scorso anno ha generato un boom senza precedenti delle vendite dei veicoli elettrici in Europa nei primi mesi del 2020.
Stando allo studio, complessivamente nel 2019 l’industria e i governi dell’Unione hanno stanziato 60 miliardi di euro per la produzione di veicoli elettrici e batterie in Europa. Si tratta di una somma 19 volte più grande rispetto ai soli 3,2 miliardi di euro garantiti in Europa due anni fa, quando le case automobilistiche europee investivano in Cina.
Ovviamente, l’impegno dev’essere portato avanti tanto dalle aziende, quanto dai decisori politici. Per consentire all’Europa di guidare la mobilità elettrica globale, sottolinea ancora T&E, i legislatori dell’Ue dovrebbero “rivedere al rialzo gli obiettivi di riduzione della CO2 per le auto al 2030” e “garantire che a partire dal 2035 possano essere venduti in Europa solamente i modelli a emissioni zero”.
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