Gli esperti temono per l’industria dei veicoli elettrici, sottolineando l’importanza delle scelte politiche
(Rinnovabili.it) – La pandemia di covid-19 ha avuto pesanti ripercussioni sulle nostre possibilità di movimento. Lungi da colpire solo le modalità di trasporto di oggi, la crisi del coronavirus e le sue conseguenti ricadute economiche potrebbero avere effetti considerevoli anche per i sistemi di trasporto di domani. I primi segnali in questo senso arrivano dal mercato dei veicoli elettrici che, come il resto del mercato automobilistico, sta subendo un duro colpo. Se, per ora, potrebbe sembrare uno stallo a breve termine, è pur vero che la recessione economica e il crollo del prezzo del petrolio potrebbero imporre grandi sfide alla mobilità elettrica, a meno che i governi non adottino chiare misure per incentivare il trasporto pulito.
“Senza la pandemia, ci saremmo probabilmente diretti verso un anno record per le vendite globali di veicoli elettrici“, ha affermato Colin McKerracher, responsabile per il settore trasporti di BloombergNEF, una società di ricerca sull’energia pulita. A gennaio, McKerracher aveva infatti previsto che quest’anno si sarebbero raggiunti i 10 milioni di veicoli elettrici nel mondo. “Ora è tutto vanificato”, ha dichiarato.
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In effetti, i primi dati provenienti dalla Cina, il più grande produttore di veicoli elettrici al mondo, sono degli indicatori: a gennaio, le vendite di veicoli elettrici sono diminuite del 52% rispetto al 2019, nel momento in cui la Cina ha dovuto chiudere il settore manifatturiero a causa della quarantena. A febbraio, la ricaduta è stata ancora peggiore: le vendite di veicoli elettrici sono diminuite del 77%, mentre la produzione è scesa di oltre l’80% rispetto al 2019.
Secondo BloombergNEF, i veicoli elettrici “sono particolarmente esposti a causa di una catena di approvvigionamento giovane e sono in gran parte un acquisto premium da parte dei consumatori”. Con l’epidemia cinese ora ampiamente contenuta, il settore industriale della potenza asiatica sta lavorando duramente per riavviare la sua economia, ma il mercato europeo dei veicoli elettrici, che ha visto una crescita incredibilmente forte all’inizio dell’anno, si sta preparando alla crisi, così come quello degli Stati Uniti.
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La scorsa settimana, General Motors, Ford, Fiat Chrysler e Honda hanno concordato di chiudere le loro fabbriche nordamericane fino alla fine del mese, e Tesla ha annunciato che avrebbe “temporaneamente sospeso” la produzione nella sua fabbrica principale a Fremont, in California, a partire da questa settimana. Il congelamento della produzione arriva dopo che il nuovo Shanghai Gigafactory di Tesla è stato costretto a chiudere i battenti all’inizio di quest’anno per contenere l’epidemia cinese.
Tuttavia, David Hart, professore di tecnologia, scienza e politica dell’innovazione alla George Mason University, ritiene che il colpo al settore dei veicoli elettrici sarà temporaneo. “Penso che la tendenza a lungo termine sia piuttosto potente”, ha dichiarato a Grist. “Il mio sospetto è che questa sarà una fase di passaggio“. La Cina, infatti, sarebbe ben posizionata per resistere alla tempesta, ha affermato Hart, citando gli incentivi statali per ridurre l’inquinamento atmosferico locale e le politiche industriali nazionali.
Hart è ottimista anche sul futuro del mercato europeo dei veicoli elettrici, soprattutto perché l’UE ha iniziato ad introdurre gradualmente nuovi obiettivi di emissione per le flotte delle case automobilistiche. Gli Stati Uniti, invece, rappresentano un’incertezza. Nel 2018, l’amministrazione Trump ha proposto di congelare gli standard ambientali dell’era Obama e di revocare l’autorità della California di stabilire da sé standard più rigorosi, e sembra piuttosto improbabile che dia priorità al trasporto pulito nei futuri pacchetti di incentivi economici.