Automobili come batterie di rete, ecco la rivoluzione del V2G
(Rinnovabili.it) – In Italia esiste un laboratorio di futuro, dove ormai da oltre un anno si sta sperimentando un nuovo servizio di accumulo e di flessibilità per la rete. È il centro di prova per la sperimentazione della tecnologia V2G – Vehicle to Grid, creato da Nissan ed Enel X con la collaborazione di RSE. Avamposto gestionale del futuro sistema elettrico, il centro è stato creato con il preciso obiettivo di testare le potenzialità della ricarica bidirezionale dei veicoli elettrici nel contesto nazionale.
Con l’aumento delle rinnovabili non programmabili nel sistema elettrico e la progressiva elettrificazione dei consumi, sta crescendo di pari passi l’esigenza di nuovi strumenti per bilanciare domanda e offerta in rete.
In questo contesto si inserisce perfettamente la tecnologia di ricarica bidirezionale, capace di trasformare le auto elettriche in mini impianti di accumulo su ruote. Il Vehicle to Grid permette ai veicoli di dialogare con l’infrastruttura di distribuzione offrendo un servizio di risposta alla domanda. Grazie a questi sistemi, i mezzi possono limitare la propria ricarica, durante i picchi di domanda (V2G unidirezionale, detta anche V1G); oppure impiegare le proprie batterie per assorbire i surplus energetici in rete, ridistribuendoli quando necessario (V2G pura). O ancora, essere utilizzati come impianti di stoccaggio domestico per l’elettricità prodotta dai pannelli solari residenziali (V2H-Vehicle to Home).
In questo modo la soluzione offre un doppio vantaggio. Da un lato permette di integrare nuova capacità d’accumulo in maniera più economica rispetto allo storage su scala utility; elemento fondamentale soprattutto in Paese come l’Italia, dove la crescita dell’idroelettrico a pompaggio è limitata e le grandi centrali a batterie sono in ritardo. Dall’altro rappresenta una concreta opportunità per gli automobilisti di ottimizzare i costi di esercizio delle vetture elettriche. Come? Sfruttando la tecnologia per massimizzare l’autoconsumo delle rinnovabili domestiche o più semplicemente vendendo questa capacità d’accumulo alla rete. Mettere a disposizione la batteria del proprio mezzo, anche solo per alcune ore predefinite, permetterebbe di ottenere remunerazioni dell’ordine dei 1000-1500 euro l’anno.
Una tecnologia win-to-win dove guadagna il consumatore ma che il sistema energetico, risparmiando milioni di euro su eventuali nuovi mega impianti di stoccaggio.
Il “viaggio” di Nissan nel mondo del Vehicle to Grid
La Nissan è stata la prima casa automobilistica a testare il V2G in Europa. E non poteva essere altrimenti. Nissan LEAF e Nissan e-NV200 van, le due teste elettriche del gruppo giapponese, utilizzano per la ricarica rapida lo standard CHAdeMO. Questo sistema, a differenza del CCS europeo e di quello americano Tesla Supercharger, ha pubblicato il suo protocollo per la ricarica bidirezionale (V2X) già nel 2014. E ad oggi rimane l’unico. In altre parole la Nissan ha goduto da subito di una posizione di superiorità. E dopo i primi progetti sperimentali, nel 2016, nel Regno Unito e in Danimarca, la società ha fatto da apripista anche in Italia.
Nel 2019, in collaborazione con Enel X ed RSE (Ricerca sul Sistema Energetico) ha creato il primo laboratorio nazionale dedicato al Vehicle to Grid.
Il progetto si è focalizzato fin dall’inizio sull’impiego di due colonnine di ricarica V2G di Enel X, installate nella microgrid creata da RSE. E ovviamente sulle prestazioni delle Nissan LEAF da cui acquisire le misure provenienti da motore e batterie, sia durante la guida che durante la ricarica. Le colonnine si interfacciano alla Test Facility di RSE attraverso una piattaforma basata sul cloud, gestita da EnelX stessa.
Grazie a questa piattaforma si sta studiando la rispondenza delle auto ai fini della stabilizzazione della microrete. I test stanno indagando anche un’ampia gamma di servizi ancillari, come l’ottimizzazione dei flussi energetici dell’utenza. E ovviamente in ogni operazione di condivisione dell’energia tiene conto anche delle esigenze di mobilità e di ricarica. Durante questi mesi di sperimentazione, sono stati analizzati diversi casi di utilizzo dei veicoli, da quello tipico delle flotte aziendali a quello dei privati verificando i potenziali benefici mediante l’utilizzo di algoritmi ad hoc.
I vantaggi per l’utente, sono intuitivi: le vetture possono “fare il pieno” nelle fasce orarie in cui le tariffe e la domanda di energia sono più basse, per poi usare l’elettricità accumulata o rivenderla alla rete durante le fasce orarie a tariffa più elevata. La possibilità di sfruttare per più finalità le batterie attraverso il Vehicle to Grid permetterà da un lato di risparmiare sui costi e dall’altro di partecipare alla transizione ecologica in atto. Un elemento in grado di favorire ulteriormente la diffusione dei veicoli elettrici nel nostro Paese.
In collaborazione con Nissan