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UK, crescono le emissioni di CO2 nei veicoli “meno inquinanti”

Secondo un’indagine condotta da Which?, il maggior peso dei nuovi veicoli e le modifiche tecniche per aderire ai più recenti standard emissivi avrebbero paradossalmente comportato un aumento della CO2

emissioni di CO2
Foto di Gerd Altmann da Pixabay

 

 

Secondo i tecnici, l’aumento delle emissioni di CO2 sarebbe riconducibile al crescente peso dei veicoli ed alle modifiche software apportate per rientrare negli standard Euro 6d-temp ed Euro 6d

(Rinnovabili.it) – Equipaggiati con tecnologie più evolute ed appositamente pensate per superare i rigidi test di omologazione imposti dalle nuove normative antinquinamento, i veicoli più moderni emetterebbero in realtà più CO2 di quelli “vecchi”.
A sostenerlo è un’indagine condotta e diffusa dall’Associazione inglese di Consumatori Which?, secondo la quale l’aumento delle emissioni di CO2 potrebbe essere dovuto sia alle tecnologie impiegate nei nuovi veicoli, che al crescente peso mediamente registrato per ogni mezzo. 

Nel primo caso, il problema sarebbe legato alla tecnologia che sta effettivamente riducendo il quantitativo di NOx: secondo gli esperti, le modifiche tecniche e software necessarie a ridurre le emissioni – e quindi aderire ai più recenti standard sulle emissioni – avrebbero portato ad un inevitabile aumento del consumo di carburante e, quindi, ad un aumento delle emissioni di CO2. La seconda possibile ragione (che non necessariamente escluderebbe la prima), riguarderebbe invece l’aumento di peso, cresciuto mediamente del 3,4% (cioè circa 67 kg) per le auto più moderne, quelle cioè che soddisfano gli standard di emissione più recenti (quindi Euro 6d-temp e 6d). 

 

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Nel dettaglio, in base ai test effettuati su 292 modelli rilasciati nel Regno Unito dal 2017 ad oggi, sembrerebbe che i veicoli di ultima generazione abbiano mediamente prodotto il 7% di emissioni di CO2 in più rispetto ai modelli realizzati con standard precedenti. Complessivamente, le auto che soddisfano i più recenti regolamenti sulle emissioni avrebbero prodotto 162,1 g di CO2 per chilometro, cioè 10,5 g in più rispetto al quantitativo registrato per le auto di “vecchia” generazione, cioè le Euro 6. I dati riguarderebbero tutte le tipologie di veicoli, dalle utilitarie ai SUV, ibride comprese. 

Numeri che il settore automobilistico non ha, almeno per il momento, voluto commentare. Mike Hawes, amministratore delegato della Society for Motor Manufacturers and Traders (SMMT), ha dichiarato: “Non possiamo commentare i risultati dei test non ufficiali di organizzazioni commerciali in cui la metodologia non è chiara. “Solo il test ufficiale WLTP [Worldwide Harmonized Light Vehicle Test Procedure] su scala europea – il più severo e completo al mondo – può essere invocato dai consumatori per confrontare accuratamente i veicoli su base omogenea e ripetibile. Test che dimostrano come le nuove auto emettano, in media, circa il 29,3% in meno di CO2 rispetto ai modelli prodotti nel 2000. Un effetto che gli automobilisti possono tranquillamente constatate alla pompa di benzina…

 

I dati diffusi da Which? coincidono tuttavia con quelli di SMMT, secondo i quali, per l’appunto, le emissioni di CO2 delle auto vendute nel Regno Unito sarebbero aumentate negli ultimi tre anni, raggiungendo una media di 127,9 grammi di CO2 per chilometro. 

Tra i primi ad intervenire sulla questione è stato Doug Parr, capo scienziato di Greenpeace, convinto della necessità da parte del governo di vietare la vendita di nuove auto a benzina e diesel dal 2030.È chiaroha detto Parrche non possiamo semplicemente fare affidamento sulla buona volontà dell’industria automobilistica. Abbiamo bisogno di un intervento decisivo da parte del governo, a partire dall’applicazione delle norme esistenti sulle emissioni degli autoveicoli e dall’introduzione di un netto divieto di vendita di nuovi veicoli diesel e benzina entro il 2030”.

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