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Trasporto pesante, i ritardi nella transizione all’elettrico costeranno l’11% del mercato

Gli standard emissivi per il trasporto pesante europeo sono troppo blandi e lasciano esposto il settore alla competizione di Stati Uniti e Cina. Che entro il 2035, tra sussidi e altre politiche mirate, potrebbero riuscire a rosicchiare più di un decimo del mercato comunitario di camion elettrici a batteria e a fuel cell

Transizione all’elettrico: i ritardi costeranno l’11% del mercato ai camion UE
Foto di Christian Chen su Unsplash

Lo studio di Transport & Environment

(Rinnovabili.it) – Una transizione all’elettrico troppo lenta può far perdere l’11% del mercato all’industria UE dei trasporti pesanti entro il 2035. Anche se le barriere all’ingresso sono più elevate nel mercato dei camion che in quello delle automobili. Oggi c’è uno scarso commercio internazionale, ma la situazione può evolvere rapidamente se altre regioni si elettrificheranno più velocemente.

È l’avvertimento lanciato dall’ong Transport & Environment con uno studio commissionato a Boston Consulting Group. Sotto la lente finiscono gli standard comunitari per le emissioni di CO2 del trasporto pesante. Lo strumento principale con cui Bruxelles può accompagnare e spronare l’industria europea del settore a velocizzare la transizione all’elettrico per non farsi trovare scoperta di fronte alla competizione crescente con Stati Uniti e Cina.

Gli scenari di una transizione all’elettrico troppo lenta

Competizione dalla quale l’UE non può difendersi se non pareggiando la futura crescita della domanda di camion a zero emissioni con un’offerta domestica adeguata. Secondo le stime di T&E, infatti, il Total Cost of Ownership dei camion elettrici a batteria e a celle a combustibile “scenderà al di sotto dei camion diesel entro la fine degli anni 2020”, facendo salire la domanda europea.

Il problema è che “gli attuali standard di CO2 dei veicoli pesanti non stimolerebbero adeguatamente l’offerta”. Mentre Washington e Pechino stanno mettendo in campo politiche e sussidi robusti che li posizionano bene per “sviluppare economie di scala più velocemente dell’Europa”. “Ciò aprirebbe la porta ai concorrenti stranieri che potrebbero prendere piede sul mercato europeo attraverso le importazioni, grazie a costi più bassi o a una migliore tecnologia”, conclude l’ong.

A guadagnare potenzialmente di più dai ritardi europei nella transizione all’elettrico nel trasporto pesante potrebbero essere big stranieri del settore come l’americana Tesla e la cinese BYD. In uno scenario con la piena produzione localizzata in UE, questi attori rosicchierebbero fino all’11% del mercato ai player europei. Una produzione solo parzialmente in Europa toglierebbe una quota di mercato pari all’8%, mentre se la competizione avvenisse solo con importazioni dall’estero sarebbe in ballo una fetta del 3%.