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È davvero necessario rallentare la transizione all’auto elettrica in Europa?

Transizione all’auto elettrica, T&E: l’UE non ha motivo di frenare
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Nel 2025 il 24% dei veicoli venduti in Europa saranno EV

L’Europa tornerà davvero indietro sulla transizione all’auto elettrica? O quanto meno toglierà il piede dall’acceleratore? È la direzione verso cui sembra andare il vecchio continente, soprattutto nelle ultime settimane.

Entro fine mese, le rimostranze e i fastidi manifestati da tempo da parecchi Stati potrebbero coagulare in un’iniziativa guidata dall’Italia per posticipare lo stop ai motori endotermici nel 2035. Il rapporto Draghi sulla competitività UE presentato la settimana scorsa ha detto chiaramente che l’industria europea dell’auto ha bisogno di più tempo per adattarsi e cambiare. E l’Acea, l’associazione UE dei costruttori, nei giorni scorsi ha chiesto a Bruxelles di rimandare di 2 anni l’entrata in vigore dei nuovi standard emissivi per le auto, previsti per metà 2025.

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Ma tutte le motivazioni addotte per procrastinare la transizione all’auto elettrica, in realtà, non hanno ragion d’essere. Lo sostiene l’ong Transport & Environment, facendo parlare i numeri in un breve report pubblicato il 17 settembre.

Perché non serve rallentare la transizione all’auto elettrica secondo T&E

Una delle ragioni più gettonate per giustificare i rallentamenti nell’elettrificazione dei trasporti riguarda la quota di penetrazione degli EV nei mercati auto europei. La formulazione varia a seconda di chi parla, ma di solito si usano i dati più recenti – che evidenziano un rallentamento – per asserire che la traiettoria prevista negli anni scorsi era troppo ottimista e che non sarebbe possibile raggiungere quota 25% nel 2025.

Si tratta della percentuale di EV nel mercato auto ritenuta necessaria affinché le emissioni di CO2 delle auto vendute in un anno – calcolate sull’intera flotta di ciascun marchio – possano scendere ai livelli richiesti dai nuovi standard emissivi in vigore dal 2025.

Lo scenario centrale previsto dal T&E vede le auto elettriche contribuire al 60%, in media, nella riduzione di CO2 che le case automobilistiche devono ancora raggiungere per gli obiettivi di emissioni dell’anno prossimo. “Ciò sarà in parte trainato da 7 nuovi modelli completamente elettrici sotto i 25.000 € che sono arrivati ​​o arriveranno sul mercato nel 2024 e nel 2025”, specifica l’ong. E che la quota di mercato degli EV dovrebbe arrivare al 20-24%.

C’è poi un’altra opzione a disposizione delle case auto, che queste non sembrano realmente considerare: la ‘comunione’ dei livelli emissivi con altri marchi. Se sono in difficoltà, le case auto possono ‘mettere insieme’ altri produttori per ridurre ulteriormente le loro emissioni medie. Così facendo, dovrebbero vendere ancora meno EV per rispettare i nuovi standard ed evitare le multe (molto alte) previste in caso di sforamento.

“Se VW si unisse a Tesla, solo il 17% delle sue vendite dovrebbe essere costituito da auto elettriche nel 2025 (invece del 22%). Se Ford si unisse a Volvo, come ha fatto nel 2021, le auto elettriche dovrebbero rappresentare solo il 9% delle sue vendite invece del 21%”, calcola T&E.

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