Climate Action Tracker aggiorna i parametri per la transizione del segmento veicoli passeggeri compatibile con 1,5 gradi. Le politiche UE attuali sono il minimo indispensabile; dovranno essere abbinate a incentivi per rottamare o togliere dalla strada le auto endotermiche più rapidamente
Mentre in Europa e negli Stati Uniti molti provano a mettere in discussione la transizione all’auto elettrica, rallentandone la diffusione, neppure le politiche attuali sono allineate con la traiettoria giusta per 1,5°C. Non basta arrivare quanto prima a immatricolare solo veicoli a emissioni zero: per rispettare Parigi serviranno anche politiche per togliere dalla strada più rapidamente i mezzi diesel e benzina.
È il messaggio principale contenuto nell’ultimo rapporto di Climate Action Tracker (CAT), Decarbonising light-duty vehicle road transport, in cui l’associazione delinea i punti non negoziabili per una transizione all’auto elettrica che supporti uno scenario di riscaldamento globale compatibile con gli obiettivi di Parigi.
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Transizione all’auto elettrica: 100% EV nel 2035 è il minimo sindacale
I numeri delle immatricolazioni parlano chiaro: le politiche attuali, come lo stop a nuovi mezzi diesel e benzina dal 2035 in UE, sono il minimo sindacale. Secondo gli scenari di CAT, a livello globale per rispettare 1,5 gradi gli EV dovrebbero arrivare al 75-95% del mercato entro il 2030, per salire al 97-100% nel 2035.
“Sebbene vi siano segnali positivi in alcuni paesi, tutti devono compiere uno sforzo maggiore per accelerare il mercato dei veicoli elettrici e la penetrazione della flotta”, scrive CAT. “Ai tassi di assorbimento attuali, le vendite di veicoli elettrici potrebbero essere sulla buona strada per raggiungere il 90% entro il 2030, ma ciò richiede un supporto politico continuo e aggiuntivo per mantenere questa crescita e raggiungere gli obiettivi”.
Le economie sviluppate, come l’UE, e la Cina, dovrebbero trainare l’elettrificazione dei trasporti fissando un obiettivo ancora più ambizioso: stop ai motori endotermici già nel 2030. Anche adottando questa misura, sarebbe comunque necessario mettere in campo “misure aggressive” per rottamare o ritirare le auto a combustibili fossili esistenti o toglierle dalla strada. “In alcuni paesi, il tasso di pensionamento annuale dei veicoli a combustibili fossili dovrebbe aumentare di circa un fattore sette nel 2040 rispetto ai tassi di pensionamento storici”, nota CAT.