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Incentivi auto, Urso: a settembre nuovo piano pluriennale

Tavolo automotive: a settembre nuovo piano incentivi
crediti: Mimit

Urso al Tavolo Automotive: sugli incentivi auto serve “significativa discontinuità”

L’ecobonus di giugno è stato un successo, ma adesso bisogna passare a una programmazione pluriennale degli incentivi auto. Che stimoli sia la domanda sia l’offerta. Con meccanismi che privilegino le produzioni a elevato contenuto di componentistica europea e che garantiscano la sostenibilità delle produzioni. Lo schema sarà predisposto entro settembre. Lo ha assicurato il ministro delle Imprese e del Made in Italy (Mimit), Adolfo Urso, durante la riunione del 7 agosto del Tavolo Automotive, a cui partecipano i rappresentati delle aziende che producono veicoli in Italia, delle organizzazioni sindacali e datoriali della filiera, delle regioni e dell’Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica (Anfia).

La prossima edizione dell’ecobonus deve presentare una significativa discontinuità. La priorità è il sostegno alla filiera nazionale e all’occupazione, sempre nel rispetto degli altri due principi cardine che sono il rinnovo del parco circolante e il supporto alle famiglie a bassa capacità di spesa“, ha affermato il ministro Urso.

Gli incentivi auto attuali non bastano

Le agevolazioni per rinnovare e decarbonizzare il parco auto nazionale vanno rimodulate. Anche se il bilancio dell’ecobonus lanciato a inizio giugno tracciato dal Mimit è positivo, si va verso un deciso cambio di direzione. Il neo principale? I volumi produttivi restano bassi. Da 750 mila veicoli nel 2023 si va verso 500 mila veicoli nel 2024, con gli incentivi auto. Secondo Anfia, la produzione nel 1° semestre 2024 è intorno a 300mila unità,  un calo del 25% sullo stesso periodo del 2023.

“Con il nuovo ecobonus ci eravamo posti 5 obiettivi prioritari: supportare la transizione energetica, rinnovare il parco auto circolante troppo obsoleto, supportare soprattutto le persone fisiche, sostenere le fasce meno abbienti e incrementare i volumi produttivi degli stabilimenti italiani. I primi quattro aspetti sono molto soddisfacenti, non il quinto che riguarda l’aumento della produzione”, ha affermato Urso al Tavolo Automotive.

Il riferimento è a Stellantis. Sia i volumi produttivi della 500 elettrica a Mirafiori sia quelli della Panda a Pomigliano non sono aumentati in linea con gli obiettivi fissati dal governo. Nonostante il governo abbia fatto la sua parte, rimarca il ministro. Accogliendo e dando seguito alle richieste del produttore nazionale, avanzate un anno fa: cambiare la normativa sugli standard Euro 7 in sede europea e mettere in campo un piano di incentivi significativo.

I numeri dell’ecobonus

Sugli altri 4 obiettivi delineati da Urso il bilancio è, invece, positivo. A due mesi dall’apertura della piattaforma ecobonus, lo scorso 3 giugno, i 230 milioni messi a disposizione del segmento 0-20 gCO2/km, ovvero le auto elettriche, sono andati esauriti in poche ore con 25mila prenotazioni.

I dati aggiornati sugli incentivi auto 2024 forniti dal Mimit mostrano che l’83% delle prenotazioni prevede la rottamazione di un veicolo di classe emissiva inferiore. Di questa quota, il 42% è un Euro 3 o inferiore.

Se il rinnovo del parco auto procede secondo le aspettative, anche il sostegno alle fasce meno abbienti ha avuto un riscontro positivo. Il 77% delle risorse prenotate riguarda le persone fisiche (72% nel caso delle auto elettriche) e un quarto delle risorse prenotate è relativo a persone con ISEE inferiore a 30.000 euro. Su 100 prenotazioni per auto elettriche, 41 sono state effettuate da persone con ISEE basso, alle quali è andato circa metà delle risorse del contingente.

A settembre un nuovo piano incentivi pluriennale

Cosa prevede di preciso la rimodulazione degli incentivi auto su cui sta lavorando il Mimit? Il primo cambiamento significativo riguarda l’orizzonte temporale. Non più interventi una tantum, come è stato di fatto finora con gli ecobonus. L’incentivazione vira verso una programmazione pluriennale “per favorire le case automobilistiche nella programmazione degli investimenti e le famiglie negli acquisti”.

5,75 miliardi in 6 anni per l’automotive italiano

Le risorse a disposizione, provenienti dal Fondo automotive, ammontano a 750 milioni per il 2025 e un miliardo l’anno dal 2026 al 2030. In tutto, 5,75 miliardi in 6 anni. “In parallelo al concretizzarsi della politica di attrazione di nuovi player e alla necessità di accompagnare il processo di riqualificazione della componentistica italiana verrà incrementata la quota destinata all’offerta pari a 50 milioni nel 2022 e 350 milioni annui nel successivo biennio”, aggiunge il Mimit.

Nuovi parametri: made in Europe, impronta ecologica, diritti lavoratori

Un diverso bilanciamento dell’incentivazione tra domanda e offerta è l’altro punto cardine del nuovo piano incentivi. Che punterà, lato produzione, a favorire attori e componentistica italiani. L’ipotesi su cui sta lavorando il ministero è di riservare gli incentivi a chi garantisce almeno il 40% dei componenti prodotti in Europa. Sulla falsariga di quanto già proposto dalla Francia. Ci saranno anche altri parametri “innovativi”, tra cui “l’impronta ecologica, la cybersecurity e il rispetto dei diritti fondamentali della forza lavoro”.

 Per quanto riguarda la rimodulazione, il nuovo piano pluriennale di incentivi prevede un bonus maggiore per le auto a più basse emissioni, incentivi a chi rottama veicoli vecchi e inquinanti, maggiore sostegno alle classi meno abbienti.

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