Neutralità tecnologica è il mantra per cancellare l’addio alle auto diesel e benzina tra 10 anni. Il Partito Popolare europeo (PPE) formalizza le sue richieste: apertura a e-fuel e biocarburanti, no alle multe alle case auto che sgarrano, misure di sollievo "temporanee" per i produttori
Il futuro della mobilità europea non può essere solo elettrico: bisogna dare spazio a tecnologie alternative. I limiti sulle emissioni dei veicoli vanno rivisti, posticipandoli. Nessuna penalità per le case auto se sgarrano. Sono i tre capisaldi a partire da cui il Partito Popolare europeo (PPE) vuole stravolgere lo stop alle auto endotermiche nel 2035.
All’orizzonte si affaccia il primo grande scossone per la nuova Commissione UE, appena insediata. La Commissaria alla Transizione Pulita, Teresa Ribera, ha ribadito in più occasioni, formali e non, di non voler rimandare in alcun modo l’addio fissato nel 2035.
Cosa vuole, invece, il PPE? La Commissione UE deve mettere sul tavolo già nel 2025 e “il prima possibile” una nuova proposta “che preveda flessibilità”, spiega Jens Gieseke, eurodeputato tedesco del PPE, in conferenza stampa. Mantiene gli obiettivi generali sul clima al 2050, ma “naturalmente ci sono sfide cui la politica deve rispondere”, e la principale è quella delle “multe al settore auto”, aggiunge Gieseke. “Vogliamo evitarle, come può funzionare in pratica è ancora da vedere”.
Tre anni di braccio di ferro sull’auto europea
Il gruppo più rappresentato all’Europarlamento formalizza la sua posizione in un documento rilasciato oggi e diretto alla nuova Commissione UE. È la fine di una parabola iniziata durante la scorsa legislatura. Quando il PPE era diventato sempre più insofferente alle politiche del Green Deal. E aveva iniziato a rimettere in discussione (in modo irrituale) accordi o norme già approvate, compresa la Legge sul Ripristino della Natura.
Già l’iter di approvazione della legge sullo stop alle auto endotermiche nel 2035 era stato burrascoso. Il PPE aveva chiesto e ottenuto alcune clausole che ammorbidivano il testo. Tra cui la revisione dello stop e della roadmap, previsto per il 2026. Poi il cambio di passo: la Germania – il 1° mercato auto in UE – ha brontolato (seguita dall’Italia) e il testo è stato modificato aprendo anche agli e-fuel. Nonostante fosse già stato “sigillato” da un accordo politico tra Consiglio ed Europarlamento.
Che cosa chiede il position paper del PPE sullo stop auto endotermiche nel 2035?
Il position paper approvato dal PPE con le richieste sul futuro dell’auto in Europa affronta tutti i temi chiave per la competitività del comparto auto europeo e le esigenze della transizione. Dalla revisione della messa al bando delle auto con motori endotermici ai limiti emissivi per le flotte, all’idea di incentivi europei per le auto elettriche (“la materia deve restare di competenza degli stati membri”, puntualizza Gieseke in conferenza stampa).
Vediamo più in dettaglio cosa dice il position paper sulla messa al bando dal 2035 delle auto di nuova immatricolazione con motori diesel e a benzina, quali leggi vuole cambiare il PPE e a quali principi ispiratori si richiama.
Rifiuto del divieto sui motori a combustione dal 2035
Il PPE propone di annullare (“should be reversed”) il divieto di vendita di auto nuove con motori a combustione entro il 2035. Questo è il punto centrale del documento, che chiede una revisione delle politiche attuali per permettere la vendita di veicoli con motori a combustione che utilizzano biocarburanti e altri combustibili alternativi anche dopo il 2035.
Revisione anticipata della politica sul divieto del 2035
Il PPE chiede che l’UE avvii la revisione della legislazione sul divieto già nel 2025 anziché aspettare il 2026, come precedentemente previsto. L’intento è di “correggere” la legge che porterebbe progressivamente verso il un divieto dei motori a combustione.
Approccio tecnologico neutro
L’UE deve tornare alla “neutralità tecnologica come principio guida fondamentale”, si legge nel position paper. Il gruppo propone un approccio tecnologico neutro, non limitato solo alle auto elettriche, ma che includa anche i carburanti alternativi, come i biocarburanti e i carburanti sintetici. Questo è un punto che si allinea con le richieste della FDP (Partito dei Liberali Democratici in Germania), che ha spinto per l’uso dei carburanti elettronici (e-fuel). E a quello dell’Italia, che spinge invece sui biocarburanti.
Inoltre, il PPE chiede che questa modifica sia “accompagnata da altre misure come l’introduzione di un fattore di correzione del carbonio“. E il testo cita esplicitamente un ruolo in futuro anche per i modelli idribi plug-in.
Non posticipare i limiti sulle emissioni di CO2 per le flotte di auto…
A differenza di quanto anticipato nei giorni scorsi, il PPE non propone più di posticipare l’entrata in vigore dei limiti CO2 per le flotte dal 2025 al 2027. L’idea era di alleviare la pressione sui produttori automobilistici che potrebbero affrontare sanzioni a causa del mancato rispetto delle normative sulle emissioni di CO2. Il PPE fa propria la stima di ACEA, l’associazione dei costruttori auto europei, che parla di multe fino a 15 miliardi di euro.
…ma evitare comunque multe alle case auto
Il PPE si fa invece alfiere di “misure di sollievo temporanee” per i produttori auto, con l’intento di evitare multe ai soggetti che non rispettano la legislazione in vigore già nel 2025. Tra le misure suggerite, la valutazione della conformità in base a una media triennale o l’adeguamento temporaneo del metodo di calcolo delle sanzioni per tenere conto delle auto prodotte e non solo di quelle immatricolate.
La Commissione dovrebbe condurre una valutazione su quale opzione o mix di opzioni sia più efficace. “Se le sanzioni sono inevitabili, devono essere reinvestite nel settore automobilistico europeo per scopi specifici (ad esempio per l’implementazione delle infrastrutture, i programmi di incentivi, la digitalizzazione) anziché nel bilancio generale dell’UE”, chiosa il paper del PPE.