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Stop auto endotermiche 2035, Italia pronta a dire no

Stop auto endotermiche italia
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Italia contro lo stop alle auto endotermiche dal 2035

(Rinnovabili.it) – L’Italia è pronta a esprimere tutta la sua contrarietà nei confronti dello stop alle nuove auto endotermiche dal 2035 in poi. Nella riunione odierna del Coreper I, il rappresentante del governo italiano si schiererà contro la messa al bando dei motori termici, contenuta nel nuovo Regolamento sulle emissioni di CO2 delle autovetture e dei veicoli commerciali leggeri. Lo ha fatto sapere ieri sera il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) attraverso un breve nota stampa in cui si invoca “una transizione economicamente sostenibile e socialmente equa”.

Regolamento CO2 auto, qual è il problema?

Il problema è lo stesso che ha portato il Belpaese ad opporsi nei confronti della Direttiva Case Green, conosciuta anche come Direttiva EPBD, ossia la preoccupazione di ripercussioni negative per il Paese.

Il provvedimento in questione è una revisione del regolamento 2019/631/CE che definiva i livelli di prestazione in materia di emissioni di CO2 per autovetture e veicoli commerciali leggeri dal 2020 al 2030. Per accelerare la decarbonizzazione comunitaria la Commissione europea ha proposto norme più ambiziose stabilendo che entro il 1° gennaio 2035 tutti i nuovi veicoli leggeri immessi sul mercato dovranno essere a zero emissioni. Con una tappa intermedia al 2030 per tagliare le emissioni del 55% nelle nuove auto e del 50% nei nuovi furgoni.

A conti fatti l’unica tecnologia che permetterebbe di ottenere le zero emissioni è la propulsione elettrica (a batterie o fuel cell), il che si tradurrebbe in uno stop definitivo alle vendite di nuove auto endotermiche. Ma per il MASE l’elettrico non può rappresentare l’unica via, dal momento che il successo o meno delle e-car dipende dall’accessibilità dei loro prezzi.

La posizione italiana

Per il Governo italiano “la scelta dell’elettrico non dovrebbe rappresentare, nella fase di transizione, l’unica via per arrivare a zero emissioni”. “Una razionale scelta di neutralità tecnologica a fronte di obiettivi ambientali condivisi deve consentire agli Stati membri di avvalersi di tutte le soluzioni per decarbonizzare il settore dei trasporti, tenendo conto delle diverse realtà nazionali, e con una più graduale pianificazione dei tempi“, si legge nel comunicato stampa del MASE. Ecco perché, fa sapere il Dicastero, “alla riunione degli ambasciatori dei Paesi dell’Ue, l’Italia esprimerà una posizione contraria alla proposta di Regolamento europeo”.

Un possibile fronte del NO al Coreper?

Il no italiano si aggiunge ai dubbi espressi anche da altri Paesi, Germania in primis e fa nascere alcune preoccupazioni sul futuro delle norme. In realtà Parlamento europeo e Consiglio dell’Unione avevano trovato un accordo sul Regolamento a ottobre dello scorso anno. L’Europarlamento aveva votato l’intesa qualche giorno fa aspettando che anche i Ventisette facessero lo stesso per concludere l’iter. Ma le nuove incertezze tra gli ambasciatori Ue potrebbero creare qualche problema, nonostante il Coreper non sia un organo decisionale per l’Unione. Il suo compito è elaborare accordi e compromessi, che sono successivamente sottoposti all’adozione del Consiglio. Difficile dirsi, al momento, se si costituirà o meno un blocco di minoranza in grado stoppare l’approvazione definitiva del regolamento emissioni. 

La scappatoia per salvare i motori endotermici

Una delle opzioni, peraltro suggerite anche da Berlino, è che la Commissione intervenga successivamente con una proposta che apra le porte all’impiego di carburanti “climaticamente neutri”, come i biofuel e gli e-fuel. Si tratta di una possibilità disciplinata dallo stesso Regolamento che chiede all’esecutivo UE “di monitorare e valutare la necessità di eventuali misure supplementari per agevolare una transizione giusta”.

 In altre parole si potrebbero approvare delle “scappatoie” per mantenere la produzione di auto con motori endotermici attiva anche nel post 2035. Un posizione apertamente sposata dal Ministro dell’Ambiente Pichetto secondo cui “l’utilizzo di carburanti rinnovabili, compatibili con i motori termici contribuirà ad una riduzione delle emissioni senza richiedere inattuabili sacrifici economici ai cittadini”.

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