Rinnovabili • Obbligo rinnovabili nei trasporti

Rinnovabili nei trasporti europei, nessuno batte la Svezia

La quota di FER nei trasporti ha raggiunto il 9,6% a livello comunitario. Svezia prima della classe con un quota nazionale di oltre il 29%, Croazia l'ultima con appena un 2,4%

rinnovabili nei trasporti europei
Foto di JavyGo su Unsplash

 I dati di Eurostat aggiornati al 2022

(Rinnovabili.it) – Quale ruolo giocano le energie rinnovabili nei trasporti europei? Qual è il trend comunitario e quali paesi si stanno impegnando di più? A rispondere a queste domande è oggi Eurostat, l’ufficio statistico della Commissione europea, presentando i dati ufficiali per Ue e Norvegia aggiornati a fine 2022.

Il quadro che ne emerge non è esaltante. Dal 2021 al 2022 le quota di FER nel comparto è aumentata di soli 0.5 punti percentuali raggiungendo il 9,6%. Per quanto la tendenza sia quella di una crescita, il ritmo è al limite dell’esasperazione. E soprattutto rende estremamente lontano il target 2030 fissato dalla nuova Direttiva europea sulle energie rinnovabili (RED 3), vale a dire raggiungere il 29% di energie verdi nei consumi dei trasporti. 

Va sottolineato che la RED 3 deve ancora essere recepita negli ordinamenti nazionali e questo potrebbe significare per il futuro un maggiore impegno. Ma potrebbe anche tradursi in una sorta di scorciatoia. La direttiva in questione, infatti, offre agli Stati membri la possibilità di rimpiazzare il target del 29% di FER con un obiettivo diverso: una riduzione dell’intensità dei gas serra nei trasporti di almeno il 14,5%, sempre entro la fine del decennio. 

Rinnovabili nei trasporti europei, medaglia d’oro alla Svezia

Il quadro complessivo, tuttavia, non è omogeneo e alcuni paesi UE risultano più avanti di altri. È il caso della Svezia che non solo domina la classifica europea con un netto distacco dagli altri Stati membri, ma ha già superato la quota del 29%. Per la precisione nel 2022 il paese vantava il 29,2% di fonti rinnovabili nei trasporti nazionali. Anche la Finlandia mostra una quota molto elevata (18,8%). Tuttavia se avesse scelto il target 2030 di rinnovabili nei trasporti europei al posto di quello di riduzione della CO2, il suo percorso non sarebbe ancora concluso. I due paesi nordici sono seguiti da Paesi Bassi, Malta, Belgio, Danimarca, Austria, Italia, Germania e Spagna, tutti con una quota intorno al 10%. 

Dall’altra parte della classifica troviamo invece Croazia (2,4%), Lettonia (3,1%) e Grecia (4,1%).

Leggi anche Ecobonus Auto 2024, poco “eco” con gli incentivi all’endotermico

Tra passi avanti e passi indietro

Gli aumenti maggiori dal 2021 al 2022 – scrive Eurostat – sono stati registrati in Germania (+1,9 pp), Paesi Bassi (+1,8 pp) e Ungheria (+1,6 pp), ma anche se mantenuti fino al 2030 tali tassi non sono sufficienti per raggiungere l’obiettivo. […] le diminuzioni più consistenti si sono registrate in Croazia (-4,6 pp), Lettonia (-3,3 pp) e Slovenia (-2,8 pp)”. 

Le fonti energetiche rinnovabili consumate nei trasporti comprendono i biocarburanti liquidi (ad esempio il biodiesel conforme a determinati criteri di sostenibilità e risparmio di gas serra), il biometano (ovvero gas di origine rinnovabile) e la parte di elettricità rinnovabile consumata nei trasporti stradali e ferroviari.