(Rinnovabili.it) – Il mercato della ricarica auto elettriche si sta sviluppando rapidamente grazie ai sostegni governativi destinati all’elettrificazione dei trasporti. Le politiche di supporto in Cina, Nord America ed Europa hanno portato al rapido sviluppo del settore, sia in termini di nuove colonnine pubbliche che di impianti privati. Ma come successo per i veicoli, anche le infrastrutture di ricarica hanno subito in duro colpo a causa della pandemia da coronavirus. Il COVID-19 sta influenzando pesantemente la catena di approvvigionamento e i lavori d’installazione nelle abitazioni. Quale, dunque, il destino del comparto nel breve termine? Alla domanda prova a rispondere oggi la società di ricerca Wood Mackenzie.
In una nuova analisi di mercato, Wood Mackenzie traccia i trend al 2030 per le regioni attualmente più avanzate dal lato ricarica auto elettriche. Nel 2019 si contavano circa un milione di punti di ricarica, a testa, in Europa e Cina, e 1,3 milioni nel Nord America. Secondo gli esperti il numero continuerà a crescere, seppur più lentamente rispetto alle precedenti previsioni. A fine 2030 vi dovrebbero essere 8,6 milioni di colonnine installate in Europa, 9,8 milioni in Cina e 10,8 milioni in Nord America.
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Ricarica auto elettrica: le colonnine pubbliche
Entrando nel dettaglio, il report mostra come l’infrastruttura di ricarica pubblica americana sia significativamente indietro rispetto a quella europea. Nel Vecchio Continente infatti, il mercato sta passando più velocemente dalle leve politiche a quelle economiche. Tuttavia, il Nord America guadagnerà terreno sull’Europa nella seconda metà degli anni 2020, grazie ai nuovi programmi statali di elettrificazione. Ma la prima della classe rimarrà la Cina, leader indisturbato della ricarica pubblica, con ben 2,3 milioni di colonnine entro il 2030.
Ricarica auto elettrica: le colonnine private
La soluzione di ricarica auto preferita in tutte le aree geografiche entro il 2030 sarà però quella privata. Entro la fine del decennio, i consumatori nordamericani avranno installato oltre 2 milioni di punti residenziali in più rispetto alla Cina e quasi 3 milioni in più in Europa. Una posizione di superiorità legata sia alle favorevoli politiche incentivanti della regione, sia alle differenze abitative. Negli Stati Uniti, infatti, una percentuale maggiore della popolazione vive in case unifamiliari con parcheggi dedicati in strada o in garage.
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