Nonostante un effetto positivo, i veicoli a zero emissioni ancora sono troppo pochi
(Rinnovabili.it) – L’adozione dei veicoli elettrici sta crescendo a livello globale. Tuttavia, l’ambizione dei governi e delle case automobilistiche è in una fase critica. Bloomberg la definisce “di stallo”. Non sono stati presi nuovi impegni significativi in materia di veicoli a zero emissioni, né sono stati fissati obiettivi. Il ritratto in chiaroscuro emerge dal rapporto speciale che l’agenzia ha pubblicato in occasione della COP28 di Dubai. Indaga l’impatto ambientale positivo dei veicoli elettrici e il trend che dobbiamo aspettarci.
Bloomberg stima che i veicoli a zero emissioni attualmente stiano evitando 112 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 all’anno. E si tratta di riduzioni nette, perché il calcolo degli analisti tiene conto delle emissioni derivanti dalla produzione elettrica per alimentarli. In termini di petrolio consumato, significa che i veicoli a zero emissioni eviteranno il consumo di quasi 1,8 milioni di barili al giorno nel 2023. Si tratta del 4,1% della domanda del settore dei trasporti su strada. Nel 2022, questa cifra era di 1,5 milioni di barili al giorno.
Tuttavia, quelle evitate quest’anno rappresentano solo il 2% circa di tutte le emissioni del settore. In pratica, una goccia nel mare. La piccola nota di ottimismo è che il consumo di petrolio evitato è aumentato di quasi due volte e mezzo dal 2015 ad oggi. E per gli analisti la tendenza è ad accelerare.
Forza trainante sono i veicoli a due e tre ruote, che rappresentano circa il 60% della domanda di petrolio evitata nel 2023. Paesi come Cina, India e Sud-Est asiatico fanno la parte del leone.
Quale scenario dobbiamo attenderci? Difficile dirlo. Quello di base proposto da Bloomberg prevede che i veicoli a zero emissioni eviteranno 12,4 milioni di barili di petrolio al giorno entro il 2035. Secondo lo scenario più ottimistico, circa 16,5. Molto dipenderà dalle politiche di orientamento del mercato, che per ora vede una battuta d’arresto in Occidente. Il continente asiatico invece, dove la mobilità su piccoli mezzi è più diffusa, continua il processo di decarbonizzazione.