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Il governo è in “trattative avanzate” con Dongfeng per la produzione di EV cinesi in Italia

Produzione EV cinesi in Italia: “trattative avanzate” con Dongfeng
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Roma vuole rivitalizzare l’automotive nazionale puntando sulla produzione di EV cinesi in Italia

Due missioni in Cina nell’arco di un mese. Prima quella di Adolfo Urso a inizio luglio per impostare partnership industriali su tecnologie verdi, mobilità elettrica e cooperazione tra Pmi. Poi la visita di Giorgia Meloni a fine mese che si è chiusa con la stipulazione del Piano d’azione per il rafforzamento del Partenariato Strategico Globale Cina-Italia (2024-2027). Il primo risultato tangibile? L’accelerazione sulla produzione di EV cinesi in Italia. Il governo sarebbe infatti in “trattative avanzate” con Dongfeng, casa auto partner di Stellantis.

I dettagli dell’accordo con Dongfeng: cosa sappiamo finora

In ballo ci sarebbe la realizzazione di uno stabilimento produttivo localizzato nel Belpaese per auto elettriche del marchio cinese. Secondo le indiscrezioni, anticipate a Reuters da “fonti italiane” a conoscenza delle trattative, l’accordo potrebbe prevedere la partecipazione del governo all’investimento con una quota di minoranza. E includere anche altri “investitori chiave” tra i produttori italiani di componentistica auto.

I negoziati rispondono alla volontà dell’esecutivo di attrarre in Italia un altro produttore auto oltre a Stellantis, ex Fiat. L’idea di guardare a Pechino è in ballo da mesi, con annunci e indiscrezioni che volevano il governo interessato sia a Dongfeng – per uno stabilimento da 100.000 auto l’anno, ma ibride – sia a Chery, altro brand auto cinese. E l’obiettivo di riportare la produzione di veicoli in Italia a quota 1,3 milioni di unità l’anno, dai meno di 800.000 del 2023.

Trattative all’ombra dei dazi europei

Difficile non vedere il ruolo dei nuovi dazi europei sulle auto elettriche cinesi dietro l’accelerazione delle trattative tra Roma e Pechino. Il 4 luglio, l’UE ha confermato l’introduzione di dazi fino al 37,6% sugli EV dei marchi cinesi importati in Europa per gli “aiuti illeciti” che la Cina avrebbe garantito all’industria auto nazionale. Almeno 230 miliardi di euro in 14 anni, che avrebbero facilitato la conquista di quote di mercato UE sempre più grandi. Oltre a Dongfeng, anche altri attori cinesi si stanno muovendo per produrre nel vecchio continente. Chery ha all’attivo una joint venture con la spagnola EV Motors per un impianto a Barcellona, BYD ha un accordo con l’Ungheria per produrre Ev e ibride tra 3 anni (e ha già un sito per l’assemblaggio di bus elettrici nel paese), Leapmotor l’anno prossimo dovrebbe iniziare a produrre EV in Polonia presso l’impianto di Stellantis di Tychy.

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