La piattaforma Industry for 2035 chiede di non riaprire il dossier (come vuole invece l’Italia). I limiti emissivi per i veicoli danno un orizzonte chiaro e garantiscono investimenti, argomentano. Solo un’azienda italiana tra i firmatari, la Scame Parre di Bergamo
L’Europa deve mantenere la data del 2035 per lo stop alle nuove auto diesel e benzina. E lasciare così com’è oggi il percorso di avvicinamento. L’obiettivo sulle emissioni auto UE è “necessario e fattibile”. E anche se buona parte dei paesi membri dell’Unione Europea vorrebbe rallentare, le nuove regole stabilite nel 2022-23 sono fondamentali dare certezze all’industria e garantire gli investimenti necessari.
È il cuore dell’appello lanciato il 30 settembre da 50 grandi aziende europee del comparto automotive alla Commissione europea. Tra i firmatari, riuniti nella piattaforma Industry for 2035, spiccano colossi dei produttori auto come Volvo Cars, player del settore trasporti come Maersk, Uber e la più grande compagnia europea di veicoli in leasing, Ayvens. L’unica italiana è Scame Parre, produttrice di materiale elettrico attiva sul fronte della ricarica EV.
Il non paper dell’Italia contro il 2035
L’intervento arriva all’indomani della presentazione del non paper sulla transizione dei trasporti da parte dell’Italia. Il documento è appoggiato da oltre 10 paesi UE e chiede di rivedere immediatamente i limiti emissivi per auto e furgoni, che dal 2025 dovrebbero ridursi in vista del 2035. Inoltre, fissa alcune condizioni per mantenere la data del 2035, vincolandola a più opzioni – non solo EV ma anche idrogeno, biofuel e carburanti elettrici e un veicolo di investimento dedicato a supporto dell’industria.
L’appello dell’industria sull’obiettivo emissioni auto UE
Mentre gran parte della politica oggi, dopo le elezioni europee e l’entrata in carica del nuovo esecutivo comunitario, mette in discussione il Green Deal, la coalizione dietro l’appello difende le politiche verdi del 1° mandato von der Leyen: “non solo hanno dato all’Europa una possibilità di combattere per frenare il catastrofico cambiamento climatico, ma sono anche una solida base per investimenti a lungo termine nella regione”.
L’obiettivo sulle emissioni auto UE al 2035 fornisce “una direzione chiara” che consentirà a tutto l’ecosistema dell’automotive, sostengono i firmatari, di concentrare gli sforzi nella transizione. Percé assicura “la tanto necessaria certezza di investimento sul futuro dell’industria automobilistica in Europa”.
Investimenti che devono essere concentrati sull’elettrico, senza troppe distrazioni. “I veicoli elettrici efficienti, ricaricati da energia proveniente da fonti non fossili e costruiti con batterie e materiali sostenibili, offrono l’opportunità di inaugurare una nuova era di mobilità a emissioni zero”, si legge nell’appello.
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Le priorità sull’automotive per la nuova Commissione
Invece di riaprire il dossier, concludono i firmatari, bisognerebbe accelerare su altri fronti per facilitare la transizione. Le priorità delle 50 aziende sono:
- una politica industriale mirata,
- sostegno agli investimenti per una filiera sostenibile delle batterie locali,
- implementazione della ricarica e della fornitura di energia elettrica pulita,
- flotte aziendali ecologiche,
- riqualificazione dei lavoratori per la transizione elettrica.