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Negli EV si nasconde la chiave per dimezzare il fabbisogno di minerali critici per la transizione

Uno studio di Transport & Environment calcola che è possibile ridurre il fabbisogno di materie prime critiche per le batterie auto riducendone le dimensioni (e quindi il range), cambiando la chimica della batteria e riducendo i viaggi delle auto private

Minerali critici per la transizione: -23% con batterie EV più piccole
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Ripensare dimensioni, autonomia e chimica delle auto elettriche può tagliare il fabbisogno di minerali critici per la transizione

(Rinnovabili.it) – L’Europa è povera di materie prime, soprattutto di minerali critici per la transizione. Bruxelles si sta attrezzando per aumentare la propria autonomia strategica ed evitare troppa dipendenza dalla Cina. Ma aumentare la produzione domestica e potenziare il riciclo non sono le uniche soluzioni possibili. Agire sul campo delle auto elettriche, uno dei settori più avidi di questi minerali, potrebbe tagliare il fabbisogno anche del 50% entro il 2050.

Come? Con una combinazione di misure che comprende ridurre la dimensione delle batterie (e quindi anche delle auto), migliorarne la tecnologia, e ridurre i viaggi con le auto private. In questo modo, nel complesso, il fabbisogno di minerali critici per la transizione potrebbe scendere del 36-49% entro metà secolo. La prima misura è quella con l’impatto maggiore: da sola taglierebbe la domanda del 19-23%. Lo afferma uno studio pubblicato da Transport & Environment.

Nello specifico, la domanda di litio potrebbe calare del 37% e metà circa di questo taglio lo si potrebbe ottenere producendo auto elettriche di dimensioni più contenute. Per il nickel le riduzioni possibili arrivano al 49%, per il cobalto al 43% e per il manganese al 36%.

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Le auto elettriche più piccole, essendo più leggere, sarebbero l’ideale per poter impiegare batterie con una chimica meno esigente in termini di risorse, in particolare le battere a ioni di sodio, garantendo al contempo un’autonomia sufficiente. Tuttavia, “mentre i primi modelli con questa chimica saranno venduti in Cina a partire dal 2023 (ad esempio il BYD Seagull), non esistono piani commerciali in Europa. È fondamentale che le aziende europee entrino rapidamente in questo settore”, si legge nel rapporto.

Secondo Julia Poliscanova di T&E, “Se vogliamo davvero evitare di ripetere gli errori dell’insaziabile dipendenza dal petrolio, l’efficienza delle risorse deve svolgere un ruolo importante. In un mondo in cui l’offerta è limitata, le auto elettriche più piccole non sono solo un obbligo ambientale, ma anche una sana politica economica e industriale”.