L’analisi di Motus-E sul mercato EV dell’Italia
(Rinnovabili.it) – I dati di settembre confermano la crisi nera del mercato EV Italia. Le auto elettriche hanno una quota di mercato del 3,88%, lontanissima dalle performance in doppia cifra di Francia e Germania. Le auto elettriche pure circolanti in Italia al 30 settembre 2023 sono poco più di 209.000, con le immatricolazioni full electric che nei primi nove mesi dell’anno sono pari a 45.790 unità. Una situazione cronicizzata in cui il Belpaese rischia seriamente di perdere contatto con gli altri grandi mercati europei. E condannarsi a un futuro in cui questo settore industriale non sarà più uno dei fattori di traino dell’economia italiana. Cosa c’è dietro “l’anomalia italiana”?
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A questa domanda prova a rispondere Motus-E con l’obiettivo di sollecitare un “serio confronto con tutti gli attori coinvolti”. Un primo scoglio è il sistema di incentivi. Per come è strutturato adesso non funziona. Ma è anche il problema più facile da maneggiare, sottolinea l’associazione che riunisce player industriali e della filiera e mondo accademico. Basterebbero pochi correttivi a parità di risorse: “alzare il cap di prezzo per accedere alle agevolazioni, estenderle in forma integrale ad aziende e noleggi – anche per alimentare il mercato dell’usato elettrico – e rivedere in chiave green la fiscalità sulle flotte”.
Ma c’è un altro aspetto da considerare per immaginare come trasformare il mercato EV Italia. La correlazione tra le immatricolazioni di auto elettriche e variabili chiave come la diffusione delle infrastrutture di ricarica a uso pubblico e il reddito medio della popolazione dicono molto dei ritardi dell’Italia. Il Nord Italia e la Francia, ad esempio, a parità di reddito medio hanno due andamenti del mercato auto molto diversi. Nei primi 8 mesi del 2023 la market share degli EV da questo lato delle Alpi batte sul 4%, in Francia è al 15,4%. “Numeri simili lasciano pensare che in Italia si sia innescata una resistenza quasi ideologica all’auto elettrica, figlia della circolazione di informazioni fuorvianti e di incertezza sul quadro normativo”, conclude Motus-E.
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