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L’industria dell’auto trucca i dati sulle emissioni indirette

Industria dell’auto: ecco perché inquina come l’oil&gas
Photo by Denin Lawley on Unsplash

T&E: le emissioni dell’industria dell’auto sono il 50% più alte

(Rinnovabili.it) – L’industria dell’auto inquina quasi come quella del petrolio e del gas. Ma dichiara molte meno emissioni di quelle reali. Il 50% in meno. Fornendo dati sbagliati sulle emissioni indirette a valle (Scope 3). Che costituiscono la stragrande maggioranza dei gas serra prodotti da questo settore: il 98% del totale. Lo ha calcolato l’ong Transport & Environment nel rapporto Oil companies in disguise pubblicato oggi.

Dove nasce l’errore di conteggio? Dal modo in cui l’industria dell’auto “costruisce” le emissioni medie che dichiara. Nel calcolo rientrano molti fattori diversi, ma i dati di riferimento spesso sono presi selettivamente così da far scendere il tenore emissivo totale. Un esempio: Toyota calcola le emissioni dei suoi veicoli su una durata di vita complessiva pari a 100.000 km, un valore bassissimo e poco credibile.

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Oltre a danneggiare il clima già oggi, questo calcolo creativo sta per diventare un grande problema anche per gli investitori, spiega T&E. Dal 2023, infatti, l’Unione Europea imporrà alle istituzioni finanziarie di produrre un reporting anche sulle emissioni indirette inglobate nei loro portafogli. Il punto è che queste dichiarazioni saranno mendaci, visti i dati traballanti dell’industria dell’auto. Che quanto a intensità di carbonio, a conti fatti, si avvicina di molto all’industria dell’oil & gas.

Ai prezzi odierni, un milione di euro investito in una media dei giganti petroliferi Exxon Mobil, BP e Shell finanzia circa 5.000 tonnellate di CO2 equivalente (t CO2e). Lo stesso importo finanzia più di 4.500 tCO2e nel settore automobilistico. Non tutti i marchi sottostimano allo stesso modo le emissioni Scope 3. Il peggiore, secondo T&E, è Hyundai-Kia, le cui emissioni reali sarebbero il 116% in più di quanto dichiarato. BMW sarebbe la seconda peggiore con l’81%, seguita da Toyota (69%), Mercedes (62%), Renaul-Nissan-Mitsubishi (61%), Volkswagen (58%).

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“Affinché gli investimenti verdi siano efficaci, abbiamo bisogno di dati accurati. Le case automobilistiche stanno cercando di ingannare gli investitori dichiarando in modo insufficiente le emissioni prodotte durante il ciclo di vita delle loro auto. Questo mette in ridicolo le dichiarazioni ecologiche delle case automobilistiche”, dichiara Luca Bonaccorsi, direttore della finanza sostenibile di T&E.

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