Pendolaria 2020: più treni in servizio e più cittadini che scelgono il trasporto su ferro. Permangono gravi carenze, sia a livello quantitativo che qualitativo: servono più investimenti, specialmente al sud
(Rinnovabili.it) – Presentato a Palermo da Legambiente, il rapporto annuale sul trasporto ferroviario in Italia “Pendolaria 2020” evidenzia una crescita generale della mobilità su rotaia, ma anche una significativa spaccatura tra Nord e Sud. L’alta velocità – che nel 2019 ha compiuto 10 anni – ha fatto registrare ottimi numeri, ma i problemi per i pendolari – specialmente tra chi costretto sui regionali – rimangono ancora numerosi (compresi quelli relativi a ritardi e scioperi, non conteggiati dal rapporto). In generale, pur con tutte le necessarie distinzioni tra regione e regione, il numero di cittadini che prendono il treno è progressivamente cresciuto e – stando al rapporto – anche la quantità di treni in servizio, che comunque non raggiungono un quantitativo sufficiente rispetto al bisogno.
Gestiti dai diversi concessionari (Trenitalia, Trenord, CTI, Atac, etc.), i treni in servizio nelle regioni sono in totale 2.894. Nel complesso, dopo anni di tagli, la quantità di treni regionali in servizio, considerati tutti i gestori, è risalita al livello del 2010. Tra metro e treni, i cittadini che ogni giorno si spostano su rotaia (treni regionali e metropolitane) hanno invece raggiunto quota cinque milioni e 699mila, cresciuti dal 2014 dell’11,7%. Nel dettaglio, i passeggeri che usufruiscono del servizio ferroviario regionale sono 2milioni e 919mila, di cui 1,413 milioni utilizzano i convogli di Trenitalia e 1,506 milioni quelli degli altri 20 concessionari, pari al +8,2% rispetto al 2010.
Discorso a parte per l’alta velocità, il cui servizio risulta essere nettamente superiore rispetto a quello offerto dai regionali. In particolare, i numeri sono cresciuti di anno in anno, grazie al raddoppio della flotta dei treni AV (74 nel 2008 e 144 nel 2019). Conseguentemente, i passeggeri trasportati sui treni AV di Trenitalia sono passati dai 6,5 milioni del 2008 a 40 milioni nel 2018, con un aumento del 517%.
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Tra le diverse parti d’Italia perdurano, tuttavia, differenze enormi nella qualità e nell’offerta del servizio ferroviario. In alcune aree – stabilisce il rapporto di Pendolaria 2020 – il servizio è tra i più competitivi al mondo, come tra Firenze e Bologna dove l’offerta, per quantità e velocità dei treni, non ha paragoni in Europa; ma fuori dalle direttrici principali dell’alta velocità e dalle Regioni che in questi anni hanno investito, la situazione del servizio sta peggiorando, con meno treni in circolazione e, di conseguenza, meno persone che si spostano su rotaia. In particolare il Meridione continua a soffrire di un’assenza di progetto. Al Sud, insiste il rapporto di Legambiente, la situazione è “drammatica”: i treni sono vecchi (età media 19,3 anni rispetto ai 12,5 anni al Nord) e pochi (sono stati addirittura ridotti gli intercity e i regionali in circolazione negli ultimi dieci anni), viaggiano su linee in larga parte a binario unico e non elettrificate. Rispetto al resto del Paese sono di meno sia le Frecce, che gli Italo, gli Intercity e i regionali.
“Questo quadro evidenzia le sfide dei trasporti in Italia – ha detto il vice presidente di Legambiente Edoardo Zanchini – che oggi riguardano in particolare le aree urbane e il Mezzogiorno. Nel 2019 non è stato inaugurato neanche un chilometro di linee metro, quando il ritardo è drammatico e solo investendo in una cura del ferro sarà possibile cambiare la situazione di inquinamento e traffico che attanaglia le nostre città. Al Sud muoversi in treno tra le città è praticamente impossibile, perché i collegamenti sono meno che nel 2010 a seguito dei tagli e i treni sono più vecchi e lenti che nel resto d’Italia”.
Insieme al rapporto Pendolaria 2020, Legambiente ha pertanto presentato anche alcune proposte per migliorare la situazione, chiedendo al Governo di abbandonare un dibattito che ruota tutto alle grandi opere per concentrarsi sulle esigenze quotidiane di milioni di cittadini e pendolari.
Brevemente, le priorità individuate da Legambiente per il rilancio del trasporto ferroviario sono: 1- più treni sulla rete ferroviaria; 2 priorità agli investimenti infrastrutturali nelle città; 3 – un piano per muoversi al Sud in treno. Le risorse – chiarisce l’associazione – ci sono: si possono recuperare dai sussidi all’autotrasporto, dagli introiti delle autostrade e dalla cancellazione di investimenti sbagliati (come quelli per nuove autostrade al nord).
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