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Le associazioni chiedono al governo un piano strutturale della mobilità elettrica

Lanciato al governo un appello affinché definisca un piano strutturale della mobilità elettrica. Obiettivo: non interrompere il trend positivo che ha visto, negli ultimi anni, una crescita nelle consegne di vetture emissioni zero

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via Pixabay

Servono nuove misure per non bloccare il mercato dei veicoli elettrici in Italia

di Andrea Barbieri Carones

(Rinnovabili.it) – Serve un piano strutturale della mobilità elettrica. Questo l’appello lanciato al Governo da un gruppo di associazioni di settore: Adiconsum (Associazione di difesa dei consumatori), Anfia (Associazione della filiera dell’auto), Anie (che rappresenta le imprese elettroniche ed elettrotecniche), Assofond (Associazione italiana fonderie), Class Onlus (no profit che promuove la mobilità sostenibile), Motus-E (associazione che punta ad accelerare la verso la mobilità elettrica) e Ucimu (associazione dei costruttori italiani di macchine utensili).

Le sigle lamentano il fatto che nella Legge di Bilancio 2022 sia totalmente assente una strategia per la transizione energetica del settore automotive e per lo sviluppo delle infrastrutture di ricarica private. In pratica: un piano strutturale della mobilità elettrica.

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Una nota congiunta spiega che “senza interventi strutturali, molto probabilmente nel 2022 la quota di mercato dei veicoli a zero o ridottissime emissioni precipiterà. Mentre l’anno scorso è iniziato con una quota del 4,7 per cento e si è concluso con il 13,6 per cento di dicembre, quest’anno rischia di assestarsi su valori tra il 6 e il 7 per cento, ben lontani dalle previsioni per gli altri Paesi europei”.

In assenza di una precisa strategia dedicata all’e-mobility, l’Italia non sarà in grado di mantenersi competitiva nel confronto con altri Paesi. Stati “dove articolati pacchetti di misure pro mobilità elettrica agevoleranno una rapida accelerazione nell’installazione di una capillare rete di infrastrutture di ricarica anche privata”.

I firmatari dell’appello, tutti attori più o meno di primo piano del settore dei veicoli a zero o a basse emissioni, ritengono critica e strategicamente pericolosa la totale assenza di programmazione. Ma anche l’assenza di misure adeguate al momento storico e al peso industriale, economico e sociale dei comparti rappresentati.

Piano strutturale della mobilità elettrica, le richieste

Chiedono pertanto al governo un immediato piano strutturale della mobilità elettrica secondo i seguenti punti.

  1. Prosecuzione dell’Ecobonus nel triennio 2022-24 con una progressiva rimodulazione degli incentivi nel tempo.
  2. Interventi per le infrastrutture di ricarica private. Prosecuzione del credito di imposta del 50% per le utenze domestiche, le piccole imprese e partite IVA e una misura per lo sviluppo della ricarica all’interno dei condomini. Andrebbe inoltre aggiunta l’inclusione delle spese per la ricarica nei sistemi di welfare aziendale, come oggi già avviene per le carte carburante, e la previsione di una specifica tariffa elettrica dedicata alla mobilità privata, simile alla tariffa domestica.
  3. Infine, per la transizione delle imprese della filiera, misure a sostegno della riconversione industriale e dei lavoratori, indispensabili per non perdere competitività.

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Lo scopo è di non fermare il trend del mercato, che dal 2018 a oggi ha raddoppiato il suo valore ogni anno e sul quale sono basati gli impegni presi dall’Italia in sede europea per la riduzione delle emissioni al 2030.