I marchi automobilistici hanno 2 anni in più per rispettare la nuova soglia di 95 gCO2/km scattata nel 2025. E non è l'unica novità. Von der Leyen: nella revisione dell'obiettivo al 2035 la neutralità tecnologica è il principio fondamentale"

Mano tesa di Bruxelles all’industria dell’auto europea. La Commissione inizia a fare marcia indietro su nodi che, finora, aveva definito intoccabili. Cambieranno le soglie delle emissioni di CO2 delle flotte. E scricchiola anche la pietra angolare della transizione del settore automobilistico, l’addio ai veicoli diesel e benzina nel 2035.
Industria auto europea, il nuovo corso della Commissione
L’annuncio è arrivato il 3 marzo direttamente per voce di Ursula von der Leyen, a meno di 48 ore dalla presentazione ufficiale dell’attesissimo Piano d’Azione UE sull’Auto. Al termine del secondo incontro del Dialogo Strategico sul futuro dell’industria dell’auto europea, la presidente della Commissione UE ha presentato le due novità.
Limiti CO2 auto: triennali, non annuali
Primo: cambia il modo in cui sarà calcolato il rispetto dei limiti emissivi da parte delle case auto. Oggi è annuale, diventerà la media triennale. Cosa significa?
L’industria dell’auto europea potrà calcolare il tenore emissivo delle auto immatricolate non solo nel 2025, ma come media del periodo 2025-2027. I brand hanno quindi 2 anni di tempo in più per rispettare il nuovo limite scattato quest’anno.
Dal 1° gennaio 2025, infatti, le nuove auto devono avere emissioni medie di 93,6 g di CO2/km. Una riduzione significativa rispetto ai 115 g/km previsti per il periodo precedente. Una riduzione del 15% rispetto ai valori del 2021.
L’esecutivo comunitario ha proposto questa soluzione in risposta alle pressioni dell’industria dell’automotive UE, che temeva di dover sborsare fino a 16 miliardi di euro di sanzioni per il mancato rispetto dei nuovi limiti. Chi supera i limiti fissati, infatti, deve pagare una multa di 95 euro per ogni grammo di CO2 in eccesso per chilometro, moltiplicata per il numero di veicoli venduti.
“Questo mese proporrò un emendamento mirato al regolamento sulle norme di CO2. Invece di una conformità annuale, le aziende avranno tre anni”, ha annunciato Von der Leyen, specificando che “gli obiettivi restano gli stessi; devono rispettare gli obiettivi” ma che in questo modo Bruxelles dà “più respiro per l’industria e più chiarezza”.
L’idea di usare una media triennale e non annuale era stata avanzata dal Partito popolare UE, a cui appartiene Von der Leyen e prima forza rappresentata al Parlamento europeo.
L’annuncio ha attirato subito le critiche di diversi osservatori. “L’indebolimento delle norme UE sulle auto pulite premia i ritardatari e fa poco per l’industria automobilistica europea, se non quello di lasciarla ulteriormente indietro rispetto alla Cina per quanto riguarda i veicoli elettrici”, attacca William Todt di Transport & Environment.
Neutralità tecnologica
L’altra modifica che si è incuneata nell’agenda della presidente della Commissione è l’indebolimento del target al 2035 sulle emissioni auto. Secondo le norme in vigore, approvate nel quadro del Green Deal, i limiti di CO2 delle auto immatricolate in UE dovranno scendere a 49,5 g di CO2/km nel 2030 e poi definitivamente a 0 nel 2035. Tra 10 anni l’industria dell’auto UE sarebbe quindi obbligata a produrre soltanto veicoli elettrici.
Nel suo discorso, Von der Leyen ha però fatto riferimento alla “neutralità tecnologica”. Locuzione con cui molti paesi membri, tra cui l’Italia, indicano che l’elettrico non dev’essere l’unica via. Di fatto, è un modo per aprire la strada a veicoli a idrogeno o ad altri tipi di combustibili con tenore emissivo minore di quelli fossili.
“Ci prepareremo ad accelerare il lavoro sulla revisione del 2035, con la piena neutralità tecnologica come principio fondamentale”, ha spiegato von der Leyen.
Per l’Italia gioisce Adolfo Urso. “Eliminata la tagliola delle multe che avrebbe determinato il collasso del settore”, commenta il titolare del MIMIT. “Ora avanti con la piena neutralità tecnologica, l’autonomia strategica nella produzione di batterie e un piano incentivi europeo”.