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Industria auto, cosa sta succedendo?

Nel 2024 l'Italia ha chiuso con un calo delle vendite dello 0,8%, mentre in Europa cresce di appena lo 0,9%

Industria auto, cosa sta accadendo?
Fonte Freepik

Cosa sta succedendo all’industria dell’auto? Ed al mercato europeo? I numeri ci restituiscono una fotografia chiara di quello che sta accadendo.

L’Italia chiude il 2024 con un calo delle vendite dello 0,8%, mentre quello continentale cresce di appena lo 0,9%. Quello che va piuttosto male è la vendita di auto elettriche, che nel Belpaese hanno raggiunto quota 4,2%; siamo gli ultimi tra i 5 maggiori player europei, e aggiungendo i modelli ibridi plug-in si arriva solo all’8,6%.

Industria auto, la strada delle alleanze

Quest’anno bisognerà fare i conti con i limiti imposti dalla Commissione europea sul versante delle sanzioni imposte ai costruttori per non aver rispettato l‘abbassamento delle emissioni di CO2. Infatti, se nel 2023 la situazione era ancora accettabile, adesso è l’ora della resa dei conti, ragione per cui l’unica strada per abbassare le medie complessive delle emissioni resta quella delle alleanze. A guidare è Tesla che ha coinvolto Stellantis, Toyota, Ford, Mazda, Subaru, Alfa Romeo e Peugeot, ma già un secondo si sta costruendo tra Mercedes, Polestar, Volvo e Smart.

Cosa sta facendo l’Italia

Il nostro paese sta giocando di sponda con le alleanze di peso. Una su tutte, quella con Donald Trump. Sulla questione interviene sulle pagine di Repubblica, Adolfo Urso, ministro delle Imprese, che sta per incontrare i commissari europei che si occupano di industria e transizione, e che il 30 gennaio vedrà la vicepresidente della Commissione, Teresa Ribera, che si sta aprendo alla possibilità di dare sussidi economici da distribuire ai vari paesi membri per incentivare l’acquisto delle elettriche.

“Noi chiediamo una revisione complessiva del green deal per rendere competitiva l’industria europea e tutelare l’occupazione, tanto piu’ a fronte della sfida lanciata dall’amministrazione Trump in risposta all’egemonia cinese sulle tecnologie green. L’elefante è nella stanza e non da ora”, dice Urso nell’intervista, che si dice convinto della necessità di una revisione generale del percorso insieme con il nuovo Clean Industrial Deal, per evitare che si verifichi “il collasso dell’industria dell’auto europea“.

La questione del non paper

Il nostro “non paper” sollecita la rimozione delle multe, nel quadro però di una revisione complessiva che preveda anche l’adozione di un piano automotive della Ue“, dice ancora Urso nell’intervista rilasciata al quotidiano, in cui evidenzia anche gli interventi necessari e urgenti per il Clean Industrial Deal.

Gli obiettivi? Puntare su incentivi per imprese ed acquisti, “l’utilizzo dei carburanti alternativi, come il biocombustibile, la rimozione del sistema multe con la revisione della modalità’ di calcolo delle emissioni dei veicoli” ribadisce Urso, che chiarisce come il documento italiano sia sostenuto da “15 Paesi e i contenuti sono condivisi dalle associazioni industriali di Italia, Francia e Germania e da numerosi gruppi parlamentari europei, in testa popolari e conservatori“.

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About Author / Paolo Travisi

Ancora prima che giornalista, curioso per natura. Ha iniziato a scrivere per mestiere nel 2004, dapprima in tv, poi su giornali nazionali e web. Appassionato di scienza e tecnologia (ma non solo), ama scoprire nuovi argomenti di cui poter scrivere ed imparare. In questa avventura per Rinnovabili si occupa in particolare di economia circolare e mobilità sostenibile, e realizza i contenuti video per i social.