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Green mobility: 12 proposte per una ripartenza verde

Da una nuova economia circolare per le batterie auto al rifinanziamento del bonus mobilità: ecco la ricetta, firmata Legambiente e Kyoto Club, per mettere al centro del Recovery plan la green mobility

Green mobility
Foto di S. Hermann & F. Richter da Pixabay

di Tommaso Tetro

(Rinnovabili.it) – Al cuore della ripartenza verde del Paese c’è la mobilità. Quella elettrica, condivisa, a piedi e in bicicletta, oltre a essere centrale per le scelte economiche che si dovranno prendere – sia in chiave di legge di Bilancio che di Recovery plan – ci permette di sentirci liberi e allo stesso tempo sicuri dopo la piena della pandemia da Covid-19. La pensano così Legambiente e Kyoto club che snocciolano sul tavolo 12 proposte ad hoc per puntare sulla mobilità verde e il rilancio industriale dell’Italia.

La lista delle cose da fare che – lanciate in apertura della European mobility week – hanno come principali destinatari il governo e il Parlamento, si concentrano sul prossimo triennio. Il tutto per abbattere i vecchi motori che ‘ancora’ vanno a fonti fossili e avvelenano l’aria; oltre che per opzionare le risorse del pacchetto del Next generation Eu (un pezzetto del più ampio Recovery fund), adatte a esser investite proprio nella mobilità.

“Siamo in una fase di rapida transizione dei sistemi di trasporto, come ci ricordano i 60 miliardi di euro che le aziende europee anno deciso di investire in fabbriche di batterie e auto elettriche – dichiara Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto club – l’Italia parte in forte ritardo in questo settore ma ha un enorme potenziale in imprese specializzate che potrebbe venire valorizzato. Ma occorre una decisa spinta dello Stato per favorire aggregazioni e accordi internazionali in modo da far partecipare anche il nostro Paese alla rivoluzione. Definire una data”, tipo il 2030, “oltre la quale non si potranno vendere auto a combustione interna rappresenta un segnale forte che andrebbe adottato”.

Le 12 proposte – 6 con un orizzonte di medio termine e 6 da fare subito – per mettere al centro del Recovery plan la green mobility si fondano su due concetti, da un lato la riconversione industriale dall’altro le riforme strutturali.

Quelle di medio termine ‘pesano’ 13 miliardi di euro e guardano naturalmente al Recovery plan: economia circolare per le batterie per la trazione elettrica (European Battery Alliance) che avrebbe bisogno di 2 miliardi; il trasporto pendolare elettrico, dai treni agli autobus, con 4 miliardi; logistica verde, elettrificazione dei porti e degli interporti con 3 miliardi; città con una mobilità a emissioni zero entro il 2030 con 3 miliardi; la riconversione della filiera delle auto con un miliardo; la riforma del codice della strada e la riforma fiscale del trasporto.

Le sei proposte immediate, che puntano a entrare nella prossima legge di Bilancio: conferma e rifinanziamento dal 2021 del bonus mobilità senz’auto in tutte le città inquinate con 300 milioni all’anno; estensione del welfare mobilità dal Tpl alla mobilità sostenibile per milioni di lavoratori e famigliari; 10% dell’Iva per tutti i servizi di sharing mobility; mobilità pedonale e ciclabile sicura in città unita a una mobilità scolastica con 600 milioni; rimodulazione delle accise e cessazione dei sussidi a biocarburanti dannosi come l’olio di palma (a costo zero); riformulazione del Piano per la rete di ricarica elettrica e il rifinanziamento con meccanismi incentivanti per i privati con 50 milioni.

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