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FuturEmobility, anatomia della sfida elettrica

Dai piani dei grandi costruttori auto alle barriere che rallentano il mercato nazionale: la transizione elettrica italiana vista da chi oggi ha in mano la tecnologia di domani. Il terzo panel di FuturEmobility, il forum sulla mobilità sostenibile di Rinnovabili.it

FuturEmobility
FuturEmobility – Panel Costruttori

FuturEmobility, parola ai costruttori di futuro

(Rinnovabili.it) – “Il percorso di elettrificazione della mobilità è ineludibile. Si tratta ormai di una tendenza sociale e di mercato con cui bisogna fare i conti. Ma in che modo le aziende intendono gestire questa rivoluzione?” E’ partita da questa domanda, formulata dal direttore di Rinnovabili.it. Mauro Spagnolo, il terzo panel di FuturEmobility, il forum digitale sulla mobilità sostenibile. L’evento, organizzato da Rinnovabili.it in collaborazione con Symbola, Earth Day Italia, WWF e Cluster BIG, e il patrocinio del MIMS, di RSE e di ASVIS, ha passato in rassegna le principali voci del percorso di decarbonizzazione dei trasporti nazionali.

E dopo un primo confronto con istituzioni politiche, associazioni e territori ha lanciato la palla ad alcuni grandi nomi della mobilità elettrica. Case automobilistiche ma anche produttori di motori e società di servizi; realtà già alle prese con la sfida della transizione ecologica, con precisi piani produttivi per il futuro, impegnate nella realizzazione di modelli all’avanguardia o in innovative partnership per lo sviluppo infrastrutturale.

Autonomia da record: quando la tecnologia non delude

Realtome Mercedes Benz che si è fatta notare al recente CES di Las Vegas grazie a Vision EQXX, auto elettrica dotata di un‘autonomia di ben 1000 km. Il segreto? Un’aerodinamicità da record e una batteria potente che pesa il 30% in meno di quelle oggi sul mercato. L’obiettivo è portare il modello finale in commercio entro il 2024-2025, utilizzando le tecnologie chiave di Vision EQXX per dar vita alla seconda generazione di elettriche Mercedes.

Oggi la casa di Stoccarda ha idee precise sul futuro. “A livello globale Mercedes punta a divenire climaticamente neutra entro 2039, 10 anni prima dell’obiettivo dell’Unione europea”, ha dichiarato Radek Jelinek, presidente e AD di Mercedes Benz Italia in apertura di FuturEmobility. “Ma già nel 2030, nei mercati dove è possibile, offrirà solo auto elettriche”. L’Italia riveste un ruolo chiave per la società tedesca nonostante non abbia stabilimenti produttivi qui sul territorio. “Però il 20% di ogni mercedes ha componenti italiani”. Qui lo scorso anno la società ha venduto circa 8.500 ibride plug-in e quasi 8000 unità full electric (contando anche le smart). Parliamo di volumi che rappresentano il 30% sul totale delle immatricolazioni.

Nonostante ciò il mercato nazionale presenta diversi ostacoli, spiga Jelinek. “Non esiste una politica chiara per svecchiare il parco auto. Anzi si incentivano macchine di oltre 20 anni. Dal mio punto di vista incentivare in maniera chiare le full electric e le ibride plug-in, velocizzerebbe anche gli investimenti privati nell’infrastruttura di ricarica. Basta guardare a paesi come l’Austria dove i sussidi sono molto superiori e l’infrastruttura cresce in maniera esponenziale”. 

Nuovi servizi di mobilità più vicini agli utenti

Nel percorso di elettrificazione della flotta non sfigura Renault, casa automobilistica francese che da oltre 10 anni vanta modelli a batteria. “Entro il 2030 Renault diventerà un marchio completamente elettrico sul mercato europeo”, ricorda Raffaele Fusilli, AD Renault Italia durante FuturEmobility. Ma il target richiede due condizioni definite da Fusilli “vitali”: “una rete di infrastrutture adeguate” e “prezzi dell’energia più favorevoli”. E in Italia si aggiunge la necessità di politiche che aiutino a superare quel gap esistente tra prezzi delle auto elettriche e auto tradizionali. La casa ha fiducia nella decarbonizzazione. “Il 35% delle nostre vendite è già elettrico o ibrido e continueremo su questa strada. Entro il 2025 prevediamo di lanciare altri 7 modelli completamente elettrici, da affiancare ai 5 già in gamma”.

Ma, spiega Fusilli, la transizione tecnologica della mobilità è solo una delle tre grandi rivoluzioni in corso, assieme a quella energetica “perché non sarà sufficiente elettrificare le auto fintanto che la produzione elettrica non arriverà da rinnovabili” e quella culturale. “Il possesso del mezzo sta diventando sempre meno importante rispetto all’uso […] Per la prima volta l’auto dipende in maniera fondamentale dal sistema che ha intorno e influisce nel mondo che la circonda”. Ed è anche per rispondere a queste esigenze che Renault ha lanciato Mobilize, il nuovo braccio operativo del gruppo per i servizi di mobilità. Il brand si muove su direttrici diverse, dal car sharing in collaborazione con concessionari ed enti locali ai servizi di abbonamento, dalla gestione energetica tramite le colonnine di ricarica al riciclo di batterie e materiali auto.

L’esperienza del primo carsharing di comunità

Per Michele Crisci, presidente e AD di Volvo Car Italia, l’elettrificazione può essere ormai considerata una tendenza acquisita da tutto il settore automotive. Una tendenza intercettata da Volvo fina dal 2019 quando la casa aveva annunciato che tutti i futuri modelli avrebbero avuto a che fare con il vettore elettrico.

Anche noi in Italia, nonostante le difficoltà che stiamo incontrando, abbiamo delle penetrazioni molto importanti intorno al 30-35% di auto ‘ricaricabili’ (PHEV e BEV). L’idea è presentare un modello nuovo full electric anno dopo anno (per il 2022 è in programma il lancio di 2 SUV a batteria) fino ad abbandonare il motore endotermico dal 2025”. Ma Crisci non nasconde le differenze di mercato esistenti oggi tra le nazioni del nord Europa e il Belpaese. “Qui siamo ancora chiamati a raggiungere delle percentuali accettabili e a creare delle attività sul territorio finalizzate anche a sensibilizzare il pubblico verso l’elettrificazione“, afferma l’AD.

Anche la casa svedese sta orientando il suo business su servizi più vicini alle esigenze degli utenti. Come ad esempio, ElectriCity il primo car sharing elettrico residenziale. Un progetto, per ora tutto milanese, che nel distretto di Portanuova ha messo a disposizione di un’intera  comunità di residenti e aziende una quindicina di auto full electric. O come la decisione di fornire tutti i concessionari Volvo di stazioni ultra fast charge, in grado di ricaricare una batteria fino all’80% in circa 20 minuti. “Noi possiamo garantire un impegno massimo agli early adopter”, ma quando questo trend diventerà di massa e l’offerta elettrica sarà accessibile ad ogni tasca “il governo italiano dovrà investire in maniera straordinaria per poter essere all’altezza degli altri mercati”.

Tra gigafactory e accordi strategici

Dal palco virtuale di FuturEmoblity anche la Volkswagen ha presentato la sua strategia per il prossimo futuro. “Per divenire neutrali al 2050 attraverso la mobilità elettrica dobbiamo anche occuparci di tutto quello che c’è a monte, a valle e accanto alla semplice produzione del veicolo”, spiega Massimo Nordio, vice presidente relazioni esterne ed istituzionali di Volkswagen Group Italia. Ecco perché la casa di Berlino punta fortemente su nuovi settori e nuove partnership strategiche. Accordi come quello stretto con Enel per accelerare la diffusione delle stazioni di ricarica ad alta potenza. Questa soluzione, sottolinea Nordio, rappresenta un fattore abilitante essenziale per la mobilità elettrica infracittadina ed extra urbana. L’obiettivo dell’accordo è realizzare 3.000 punti di ricarica nei prossimi anni.

Ma il gruppo tedesco guarda anche oltre attraverso ingenti investimenti dedicati allo sviluppo e produzione di batterie ricaricabili. “Sono state annunciate 6 gigafactory, da realizzare entro il 2030, che riforniranno i nostri veicoli di batterie”. Non solo. “Abbiamo deciso di gestire internamente il processo di riciclo per arrivare fino al 90% di materiali della batteria recuperati”. Un sistema virtuoso che permetterà all’azienda di puntare all’autosufficienza delle materie prime, una volta che il parco circolante elettrico avrà raggiunto numeri importanti. Ma, aggiunge Nordio, sul fronte riciclo “l’Italia deve prepararsi ora. Al momento non esiste ancora una filiera industriale che sappia gestire grandi numeri di batterie ad alta capacità giunte a fine vita”.

A FuturEmobility i nuovi confini della trazione elettrica

 Quando si parla di mezzi elettrici la mente corre subito alla mobilità urbana. In realtà il mercato sta offrendo soluzioni sempre più articolate ed ecologiche a diversi segmenti del comparto trasporti. Lo ha testimoniato a FuturEmobility, Francesco Morrone, responsabile Sales motori di ABB Italia. ABB è una multinazionale svizzero-svedese operante nella robotica, nell’energia e nell’automazione e come ricorda Morrone, oggi sta affrontando le stesse sfide del comparto auto. La società, spiega Morrone, “ha sempre avuto la trazione elettrica nel suo dna” e negli ultimi anni ha aperto le porte anche a mezzi più particolari come le macchine movimento terra. Parliamo di escavatori per miniere o per cantieri urbani, mezzi con una potenza rilevante e inseriti spesso in contesti particolarmente sfidanti.

ABB non produce i veicoli ma si affianca al costruttore per trovare la soluzione migliore rispetto alle esigenze finali. Con l’obiettivo di sviluppare congiuntamente un prodotto completamente elettrico o con un motore endotermico ridotto e accompagnato da batterie elettriche di backup. O ancora con soluzioni di collegamento alla rete elettrica. Come diffondere queste alternative green? “Chi fa cantiere si adegua alle normative, e da queste normative, soprattutto quelle in materia di emissioni, potrebbe arrivare una nuova spinta. Dal punto di vista operativo ci sono già dei vantaggi, la tecnologia è matura ma lo sviluppo delle singole applicazioni è demandato allo studio puntuale”.

Dalla proprietà alla flessibilità

Anche chi gestisce i servizi auto ha un ruolo nella transizione del comparto trasporti. Il come lo spiega Paolo Manfreddi, CEO Leasys Rent, società specializzata in soluzioni di noleggio a breve e medio termine del gruppo FCA Bank. “Da circa due anni – spiega Manfreddi durante FuturEmobility – abbiamo sviluppato programmi in abbonamento con caratteristiche al momento difficilmente replicabili sul mercato”. Programmi “che permettono ai clienti di abbonarsi all’auto con semplici iscrizioni su Amazon, prenotando la vettura scelta tramite un’app proprietaria e di avere una consegna del mezzo scelto ready-to-go in 24 ore e nella location stabilita dal cliente”.

Gli abbonamenti sono caratterizzati da una spiccata flessibilità (impegno da 30 giorni a due anni) permettendo agli utenti di utilizzarli in maniera simile agli abbonamenti ai servizi di streaming. E con la possibilità di scegliere diverse autovetture durante l’anno. Come contribuisce alla transizione ecologica? “Le nuove forme di mobilità dal car sharing al leasing, sono basate su vetture che hanno mediamente 2,3, massimo 4 anni. Quindi i clienti guideranno sempre dei mezzi tecnologicamente avanzati con le ultime generazioni di modelli”.