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Ancora troppi favori al diesel in Europa, la tassazione non include i danni all’ambiente

Le tasse sulle auto diesel nell’Ue godono di un trattamento fiscale favorevole rispetto alla benzina, nonostante sia la causa principale della crisi dell'inquinamento atmosferico nelle città europee

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Image by motointermedia from Pixabay

di Tommaso Tetro

(Rinnovabili.it) – Ancora favori al diesel. Questo in sintesi il ragionamento della piattaforma on-line presente sul sito Transport and environment, progettata per consentire alle persone di monitorare la tassazione del carburante per il trasporto stradale nel proprio Paese e in tutta Europa. In base ai risultati infatti “le tasse sulle auto diesel in Europa ancora non includono i danni ambientali che producono”; e soprattutto “godono di un trattamento fiscale favorevole rispetto alla benzina, nonostante sia la causa principale della crisi dell’inquinamento atmosferico nelle città europee”. 

Lo strumento parte da un interrogativo: ‘Quanto stiamo pagando in tasse sul carburante?’. E con le risposte fornite gli automobilisti possono controllare la tassazione del carburante in tutti i 27 Stati membri dell’Ue, e anche nel Regno Unito. Vengono esaminate i dati delle tasse sul consumo di carburante per il trasporto stradale dal 1995, le differenze tra le tasse sulla benzina e quelle sul diesel, l’eliminazione dell’ingiusto vantaggio fiscale del diesel, e le discrepanze che esistono tra i Paesi vicini.

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La scoperta più importante venuta fuori dall’ultimo aggiornamento con i dati più recenti (inclusi alcuni per il 2020) racconta che “gli sforzi per eliminare gradualmente i vantaggi fiscali del diesel rispetto alla benzina sono stati pressoché fermi nel 2019”. Semplicemente per ricordare il divario, viene anche ricordato che nel 2015 – quando scoppiò lo scandalo ‘Dieselgate’ – Transport and environment aveva calcolato che il gasolio era tassato in media al 14% in meno per litro rispetto alla benzina nel 2014; le sovvenzioni ammontavano per un totale di quasi 27 miliardi di euro.

L’analisi mette in evidenza come la quota delle tasse sui carburanti sul totale delle entrate fiscali abbia continuato a diminuire. Una tendenza ‘pericolosa’; perché se dovesse continuare – viene spiegato – il calo delle entrate statali renderà la tariffazione stradale sempre più attraente per i ministri delle finanze; se adeguate all’inflazione, le tasse sul diesel sono allo stesso livello del 1995.

Affronta anche la grande differenza nelle tasse sul carburante tra gli Stati membri, soprattutto tra quelli vicini; cosa che porta al turismo del carburante, ossia l’abitudine a guidare al di là di un confine nazionale per fare un rifornimento più economico. E’ il caso della Lettonia dove si paga 0,39 euro al litro contro la vicina Estonia settentrionale che fa pagare 0,49 euro; oppure della Spagna a 0,38 euro e del Portogallo a 0,49 euro; e ancora, con una differenza maggiore, tra la Francia con una tariffa di 0,61 euro e il Lussemburgo a 0,35 euro.

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“Per anni, il diesel è stato tassato meno della benzina – ha detto il direttore dell’analisi di Transport and environment, Carlos Calvo Ambel dopo il 2015 abbiamo assistito ad alcuni sforzi per colmare il divario, ma questi sono stati inadeguati e le nostre ultime cifre mostrano che le discrepanze rimangono. Anche la parità di tassazione tra benzina e diesel sarebbe favorevole al diesel, dal momento che significherebbe il diesel è ancora tassato del 10% in meno per unità di energia; dato che benzina e diesel verranno bruciati per un altro paio di decenni dalle nostre auto, è fondamentale che i governi europei li tassino in base al loro impatto ambientale. Cosa che significa essere più severi sul diesel”.