di Roberto Antonini
Qualcosa sta migliorando, ma la situazione delle emissioni del settore trasporti in Ue non è buona, anzi.
Per dire, a misure vigenti le emissioni di gas serra dei trasporti diminuiranno di circa il 14% nel 2030 e del 37% nel 2050, rispetto ai livelli del 2022. Non male, prestazioni significative ma ben lontane dal raggiungere l’obiettivo dell’UE di un meno 90% entro il 2050. Come mai? È costantemente in aumento la crescita della domanda di trasporto mentre segna il passo la crescita delle modalità più sostenibili per lo spostamento di persone e merci. Insomma, “sono ancora necessari investimenti sostanziali nell’implementazione di soluzioni innovative e un passaggio a modalità di trasporto più sostenibili”.
Così il rapporto dell’Agenzia europea per l’ambiente (European Environment Agency- EEA) ‘Sostenibilità dei sistemi di mobilità in Europa‘ che riassume le tendenze chiave del settore dei trasporti a partire dal 2024 e i loro impatti ambientali e climatici. Il rapporto mostra che i trasporti rimangono una fonte importante di emissioni di gas serra, inquinamento atmosferico e rumore. Mentre le proiezioni per il 2030 e oltre mostrano alcuni segnali positivi, c’è ancora molto da fare.
Rispetto ad altri settori economici, i trasporti hanno rappresentato circa il 29% delle emissioni di gas serra dell’UE nel 2022. L’Agenzia ambientale UE prevede che tale quota emissiva aumenterà ulteriormente man mano che la decarbonizzazione dell’economia europea progredirà più rapidamente in altri settori, in particolare nella produzione di energia. EEA stima che nell’UE tanto il segmento passeggeri che quello merci aumenteranno nei prossimi anni, con il trasporto su strada che manterrà la sua posizione dominante per il prossimo futuro. Le auto private sono ancora il mezzo di trasporto passeggeri dominante in Europa. Quanto? Nel 2022, hanno rappresentato quasi tre quarti (73%) dei chilometri-passeggero percorsi nell’UE e i chilometri percorsi in auto sono aumentati del 25% dal 1995 al 2022. Lenta crescita delle modalità sostenibili (e collettive) si diceva: l’uso di mezzi di trasporto pubblico più sostenibili come autobus, tram, metropolitana è rimasto stabile, avverte l’agenzia. Anche il trasporto merci vede protagonista la strada, e la gomma, e i motori a combustione interna con le loro emissioni, quindi. Questa resta la modalità principale, rappresentando poco più della metà del trasporto merci totale nell’UE nel 2022. Inoltre, il volume assoluto del trasporto merci sulle strade europee è aumentato di quasi due terzi dal 1995.
Nel 2022, le emissioni di gas serra dei trasporti nell’UE sono state di circa il 26% più alte rispetto al 1990. Tra i motivi principali dell’aumento la crescente domanda di trasporti, di nuovo, che nella sua dimensione “compensa ampiamente i guadagni di efficienza, ad esempio nella tecnologia dei motori”, si legge nel rapporto EEA ‘Sostenibilità dei sistemi di mobilità in Europa’. L’adozione di veicoli elettrici ha mostrato segnali promettenti negli ultimi anni e l’impiego di carburanti più puliti può contribuire a ridurre le emissioni di CO2 delle modalità di trasporto difficili da elettrificare, “tuttavia, il loro impiego fino ad ora è stato troppo lento per cambiare la tendenza generale”, segnala l’agenzia. I deludenti tassi di vendita dei veicoli a batteria sono lì a testimoniare la circostanza.
Ma qualcosa è andato per il verso giusto? “Il settore dei trasporti UE è riuscito a ridurre significativamente le emissioni della maggior parte degli inquinanti atmosferici”, rileva l’EEA, ma ciò è avvenuto grazie a “misure politiche, come standard di emissione più severi e sviluppo tecnologico”. Ecco quindi che “la quota maggiore di questo progresso è dovuta alla riduzione delle emissioni nel trasporto su strada e, per gli ossidi di zolfo, nel trasporto marittimo”. Insomma, si può togliere gli inquinanti dai carburanti dai veicoli a combustione interna ma non a togliere i veicoli a combustione interna dalle strade. Per accelerare la transizione verde del sistema di mobilità europeo, “sono necessari continui investimenti pubblici e privati in innovazione e tecnologia”, avverte EEA. Ad esempio, i ricavi derivanti dal sistema di scambio delle quote di emissione ETS rivisto e l’inclusione del trasporto su strada nel nuovo ETS 2 “presentano significative opportunità per accelerare i progressi nel settore”. Tuttavia, gli investimenti “devono essere abbinati a un’ambiziosa attuazione delle politiche per spostare l’attività di trasporto verso modalità più sostenibili“, conclude EEA.