La Commissione europea si accinge a studiare nuovi standard di valutazione per le emissioni delle ibride, che tengano conto del reale utilizzo della trazione elettrica
(Rinnovabili.it) – Potrebbero presto cambiare le norme europee sulle emissioni delle auto ibride. Secondo quanto riportato in questi giorni dalla Reuters, la Commissione europea starebbe studiando un nuovo metodo con cui misurare la quantità di CO2 emessa dalle vetture plug-in. Ossia quelle la cui batteria elettrica è ricaricabile anche da una presa di corrente.
La misura, al vaglio dell’Esecutivo UE, sarebbe necessaria in quanto i test WLTP attualmente in vigore producono risultati fino a 4 volte inferiori rispetto alle reali emissioni. Questo accade perché nella guida su strada, chi è al volante tende a utilizzare più spesso e per più tempo il motore a combustione rispetto a quello elettrico.
Il progetto normativo è ancora solo in fase di studio, ma se dovesse concretizzarsi comporterebbe una diversa strategia commerciale per le case automobilistiche. Queste ultime, infatti, per rispettare i limiti sulle emissioni imposti da Bruxelles, sarebbero costrette a vendere un numero maggiore di auto completamente elettriche.
Stando alle anticipazioni fornite da Reuters, i nuovi test incorporeranno i dati dei contatori del consumo di carburante, dispositivi che secondo la legge dell’UE dovrebbero già essere integrati in tutte le nuove automobili. L’obbligo, tuttavia, è entrato in vigore solo nel 2021 e per poter aver un quadro completo della situazione, bisognerà attendere.
Nel frattempo i funzionari UE, interpellati dall’agenzia di stampa, fanno sapere che la Commissione europea ha già iniziato lo studio di un emendamento alle attuali regoli di valutazione. In sostanza la modifica rivedrebbe l’approccio del Worldwide Light Vehicles Testing Procedure (WLTP), metodo entrato in vigore gradualmente dal 2017 per sostituire il vecchio NEDC (New European Driving Cycle) che si limitava per lo più a test di laboratorio. L’emendamento verrà successivamente discusso nel gruppo di lavoro sui veicoli a motore, composto da parti interessate dell’industria, del governo e delle associazioni dei consumatori. E’ ancora presto dirlo, ma questo nuovo approccio potrebbe anche portare a una diversa disciplina degli incentivi statali sulle auto a basse emissioni.