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Ecobonus Auto 2024, poco “eco” con gli incentivi all’endotermico

Ecobonus Auto 2024
Foto di Koons Automotive su Unsplash

Al Tavolo Automotive il nuovo piano Ecobonus 2024 per i veicoli ecologici

(Rinnovabili.it) – Più incentivi alle auto elettriche, con la possibilità di rottamare anche gli Euro 5 e ottenere una maggiorazione in base all’ISEE familiare. Ma anche una generosa mano ai veicoli a benzina e a GPL a bassi consumi e all’acquisto dell’usato Euro 6. Queste, in estrema sintesi, le novità dell’Ecobonus Auto 2024, il rinnovato contributo statale per favorire l’acquisto di veicoli a basse emissioni. Il Piano di rimodulazione, presentato ieri dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy all’incontro del Tavolo Automotive, deve ancora essere validato dal Consiglio dei Ministri e bollinato dalla Corte dei Conti. Ma le novità esplicitate dal Ministro Adolfo Urso danno ben idea della direzione intrapresa dal Governo. Una direzione che sembra soddisfare l’industria ma deludere gli ambientalisti per le troppe incoerenze.

Quello che è certo è che il Governo Meloni ha mantenuto la promessa di metter mano ai contributi auto per “aggiustare il tiro”. Negli anni il regime incentivante aveva visto il rapido esaurirsi del budget riservato ai veicoli ICE e la stagnazione di quello per mezzi elettrici. “Questo nuovo Piano degli incentivi per il settore automotive poggia su tre pilastri“, ha commentato il Ministro Urso alla presentazione dell’Ecobonus 2024. “Lo svecchiamento del parco auto italiano, uno dei più vecchi in Europa; il sostegno alla domanda delle persone con redditi più bassi; il rilancio della produzione di veicoli in Italia. Questo approccio si basa sulla convinzione che sia necessario un profondo cambiamento di rotta rispetto agli anni precedenti”.

Ecobonus Auto 2024, cosa cambia negli incentivi?

La prima grande novità risiede nel budget. Il piano Ecobonus Auto 2024 stanzia in totale 950 milioni di euro, di cui 793 milioni dedicati esclusivamente alle auto nuove. E modifica le quote percentuali ripartite tra le tre fasce emissive0-20 g CO2/km; 21-60 g CO2/km; 61-135 g CO2/km – riservando maggiore generosità quelle più inquinanti. Ma aumentando rispetto al passato anche le risorse per le full electric, e riducendo in maniera netta quelle per le plug-in.

Nel dettaglio la ripartizione dei fondi per le sole auto nuove al momento prevede:

Il piano Ecobonus Auto 2024 prevede due tipologie di maggiorazione per gli incentivi: una legata alla rottamazione e proporzionale alla classe ambientale di appartenenza del veicolo rottamato; l’altra concessa ai redditi familiari con ISEE sotto i 30mila euro a cui si apre anche la possibilità di rottamare anche le Euro 5

In base alle nuove regole l’incentivo più generoso – 13.750 euro – andrà a chi con un ISEE sotto i 30mila euro acquisti un veicolo elettrico “puro”, rottamando un Euro 0, 1 o 2. Il più basso all’acquisto di un veicolo con motore endotermico con contestuale rottamazione di un Euro 4.

Gli incentivi per moto, veicoli commerciali e usato Euro 6

A i 793 milioni per l’acquisto di auto nuove si aggiungono: i 35 milioni per ciclomotori, motocicli, quadricicli; 53 milioni per i veicoli commerciali leggeri; 50 milioni per un programma sperimentale di noleggio a lungo termine; e i 20 milioni l’acquisto di auto usate. In quest’ultimo caso la misura riguarda l’acquisto di mezzi di categoria M1 con emissioni fino a 160 g CO2/km e con annessa rottamazione di vecchio veicolo. L’incentivo vale 2000 euro (su una spesa massima di 25.000 euro).

I punti dolenti del nuovo Ecobonus Auto 2024

Per l’associazione T&E la linea politica intrapresa dal Governo pecca di poca lungimiranza industriale nonostante i passai avanti contenuti nel nuovo Ecobonus 2024 per veicoli a basse emissioni. “Vogliamo provare a guardare il bicchiere mezzo pieno, e c’è da riconoscere che i nuovi incentivi ripristinano un differenziale economico più efficace tra la mobilità a zero emissioni e quella inquinante […] Per contro, il sostegno che l’Italia continua a garantire, con soldi pubblici, a mezzo obsoleti, inquinanti e dannosi per il clima è impossibile da giustificare”, afferma Andrea Boraschi, direttore dell’ufficio italiano di Transport & Environment (T&E). 

L’associazione sottolinea come l’Italia sia oggi uno degli ultimi tre Paesi europei a sostenere le auto ICE. O le ibride plug-in, i cui incentivi sono già stati abbandonati o mai previsti in molti altri Stati UE.

L’impressione è che questi incentivi siano il frutto di una contrattazione a due, tra il governo e Stellantis, più che una vera politica nazionale. Se l’Italia vuole davvero diventare un Paese accogliente per la mobilità del futuro prossimo, decarbonizzando e garantendo crescita industriale, deve anche rivedere la fiscalità applicata all’auto, e in specie alle flotte aziendali; incentivare il consumo di elettricità rinnovabile nel sistema trasporti; investire meglio e più rapidamente nell’infrastruttura di ricarica; ragionare più seriamente di leasing sociale e guardare a tutta la catena di valore dell’elettrico, attraendo investimenti sull’intera economia della catena delle batterie”.

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