La Cina non ci sta. E tre produttori di auto cinesi, tra cui la numero uno al mondo per vendite di elettriche, Byd – che nell’ultimo trimestre 2024 ha superato Tesla come vendite di veicoli elettrici – insieme a Geely ed all’azienda di proprietà statale, Saic ha fatto ricorso contro i dazi imposti dalla Commissione europea sulle importazioni di auto. La notizia rimbalza dal quotidiano di Hong Kong, il South China Morning Post, che cita i documenti depositati dalle tre aziende presso il Tribunale generale di Lussemburgo.
A quanto ammontano i dazi sulle auto cinesi?
Pari al 17% per BYD, il 18,8% per Geely e il 35,3% per Saic, oltre al dazio standard dell’Ue sulle importazioni di automobili del 10%, mentre anche dagli Stati Uniti è arrivata un’altra tegola dal Presidente uscente, ormai ex, Joe Biden, che ha imposto lo stop alle importazioni.
La triade cinese contesta le affermazioni secondo cui alcuni fondi percepiti costituiscano sussidi, il modo in cui le sovvenzioni siano state calcolate e l’ipotesi che abbiano danneggiato il mercato unico dell’Ue. Insieme alle tre case automobilistiche anche il ricorso della Camera di commercio cinese per l’importazione e l’esportazione di macchinari e prodotti elettronici, organismo industriale che rappresenta i produttori di veicoli elettrici.
La risposta della Commissione europea
A livello istituzionale, la Commissione ha 70 giorni di tempo per preparare la sua difesa contro il J’accuse di Pechino, sostenuto fortemente dalla Camera di commercio cinese in Unione europea che ha espresso “forte sostegno” all’azione legale, contro quella che viene definita “una pratica commerciale ingiusta“, ma allo stesso tempo auspica un negoziato nel rispetto dei principi del libero scambio.
Insomma la questione è totalmente aperta, ma la Commissione europea sembra intenzionata a far pesare al governo cinese, quanto scoperto in un’indagine del 2023, e cioè il sospetto che Pechino tenesse artificialmente bassi i prezzi dei BEV esportati in Europa con sussidi lungo tutta la filiera, che stavano minacciando la salute dell’industria automobilistica europea. Ad ottobre 2024, la decisione di applicare un dazio piuttosto salato, del 35,3% ai veicoli elettrici prodotti dalla casa automobilistica di proprietà statale, la Saic e dalle sue sussidiarie, per un periodo di almeno 5 anni.
Ue verso lo stop alle multe
Intanto, oltre alla questione dei dazi sulle auto cinesi, da Bruxelles si sta cercando una soluzione rapida al problema delle multe miliardarie che dal 2025 colpiranno le case automobilistiche che non hanno rispettato le quote di vendite dei veicoli elettrici per abbassare le emissioni inquinanti. Il dilemma spinoso è trovare una formula tecnicamente accettabile, che richiede il via libera dei governi e dell’europarlamento, ma senza allungare troppo i tempi, per non rischiare il collasso dell’industria automobilistica europea. Già ieri, Teresa Ribera, aveva accennato al tema, senza però frenare sullo stop ai veicoli a motore dal 2035: quindi apertura sulla revisione delle multe, ma no agli obiettivi del Green Deal.