Crisi automotive, prosegue il pressing dei governi nazionali sull’Unione Europea per fermare le multe ai costruttori di auto che sforeranno (e sarà così) il target delle emissioni inquinanti, da ridurre del 15% rispetto al 2021 per i nuovi veicoli. Italia, Parigi e Berlino stanno facendo asse comune nel chiedere alla Commissione europea maggiore flessibilità, ed anticipare – come ha chiesto anche il ministro Urso – al 2025 dal 2026, la revisione dello stop dal 2035 ai motori a combustione interna, diesel e benzina. La crisi dilagante dell’industria automobilistica in Europa, probabilmente, costringerà la politica del vecchio continente a rivedere i suoi piani.
Infatti all’ordine del giorno sul tavolo dei ministri dei Trasporti a Bruxelles c’è proprio l’acuirsi di una situazione, la crisi dell’automotive, che mette in serio pericolo milioni di posti di lavoro in tutto il territorio europeo. Da parte italiana, il ministro Salvini nella sessione pubblica ha chiesto di “rivedere, tempi, modi, obiettivi e sanzioni” perché non intervenire è “un suicidio ambientale economico, sociale, industriale, commerciale e politico“.
Non sembra voler fare un passo indietro però, la vicepresidente esecutiva spagnola Teresa Ribera, che ha difeso il target del 2035, mentre il commissario ai Trasporti Tzitzikostas ha annunciato che già la prossima settimana comincerà a incontrare le parti interessate nell’ambito del dialogo strategico sull’automotive promesso dalla Presidente Urusal Von der Leyen. L’obiettivo è scongiurare multe per 15 miliardi di euro ai colossi europei del settore automotive, che consegnerebbero le chiavi del regno, direttamente alla Cina.
Crisi automotive: asse Italia-Francia-Germania per fermare le multe
Il congelamento delle multe consentirebbe alle case produttrici di prendere tempo, di avere più ossigeno per capire come procedere nella necessaria transizione green. “Le multe rendono molto difficile per le industrie automobilistiche fare investimenti. Chiediamo alla Commissione europea di valutare una maggiore flessibilità sulle sanzioni, senza mettere a repentaglio gli obiettivi in materia di emissioni previsti dal 2035” le parole del ministro tedesco dei trasporti Wissing , che sposa la linea italo-francese, anche sei i due paesi, Francia e Germania, non hanno sottoscritto il non-paper del governo italiano, scritto con la Repubblica Ceca, ma entrambi concordano sul bisogno urgente di intervenire per scongiurare le sanzioni.
Stellantis, arrivano i primi licenziamenti in Italia
Intanto arrivano le prime brutte notizie, proprio dall’Italia. La Trasnova comunica il licenziamento collettivo di 97 lavoratori impiegati negli stabilimenti Stellantis di Pomigliano d’Arco, Mirafiori, Piedimonte San Germano e Melfi ritenuti esuberi per le esigenze produttive dell’azienda a causa della “volontà di Stellantis di cessare tutti i contratti in essere” dal 31 dicembre. La comunicazione è stata inviata ai sindacati di categoria. Dei 97 esuberi, 54 sono impegnati nel solo stabilimento Stellantis di Pomigliano d’Arco, dove da giorni i lavoratori Trasnova stanno bloccando gli ingressi merci della fabbrica, provocando, di fatto, il fermo delle produzioni.
Auto elettriche, boom in Usa nel settore lusso
Invece negli Stati Uniti la quota di vendite di veicoli elettrici e ibridi è aumentata di nuovo nel terzo trimestre del 2024, raggiungendo un record. Le vendite combinate di veicoli ibridi, veicoli elettrici ibridi plug-in e veicoli elettrici a batteria (BEV) sono aumentate dal 19,1% delle vendite totali di nuovi veicoli leggeri negli Stati Uniti nel secondo trimestre al 19,6% nel terzo, secondo le stime di Wards Intelligence. Questo aumento della quota di mercato dei veicoli elettrici e ibridi è stato trainato principalmente dalle vendite di veicoli elettrici ibridi. Le vendite di BEV sono diminuite, con la quota scesa dal 7,4% del secondo trimestre al 7% nel terzo. La quota di vendite di veicoli ibridi è aumentata, con i veicoli ibridi che hanno rappresentato il 10,8%, un record. I BEV hanno continuato a essere popolari nel segmento dei veicoli di lusso, rappresentando il 35,8% delle vendite di lusso negli Stati Uniti nel 2024.