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Berlino vuole auto endotermiche a e-fuel e idrogeno anche dopo il 2035

Lo scorso ottobre l’UE aveva approvato lo storico stop alle auto a diesel e benzina a partire dal 2035, volano per gli EV in Europa. Ora il paese dove le case automobilistiche pesano di più sull’economia ci ripensa

Bando delle auto endotermiche: ufficiale, l’addio scatta nel 2035
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Ieri l’appello del segretario di Stato tedesco per i trasporti, Michael Theurer

(Rinnovabili.it) – Una modifica alla messa al bando delle auto a motore endotermico in tutta Europa entro il 2035. Per aprire uno spiraglio ai combustibili elettrici a emissioni zero o e-fuels. È quello che chiede la Germania a Bruxelles. “La Commissione dovrebbe presentare una proposta sulle modalità di utilizzo dei carburanti elettrici o su come gestire i motori a combustione alimentati con carburanti neutri per il clima”, ha dichiarato lunedì il segretario di Stato tedesco per i trasporti, Michael Theurer.

Lo scorso ottobre Europarlamento e Consiglio hanno dato il via finale alla più profonda trasformazione del settore auto europeo. Secondo la decisione UE, dal 2035 non sarà più possibile vendere in Europa i veicoli a diesel e benzina, dal momento che entro quella data la riduzione delle emissioni per i nuovi veicoli privati dovrà essere del 100%. Per quella data, quindi, l’industria dell’auto dovrà aver completato la transizione all’elettrico.

Una chance ai combustili elettrici

Secondo Berlino puntare solo sugli EV è riduttivo. Bisognerebbe invece prevedere la possibilità di utilizzare auto a idrogeno e soprattutto veicoli con motore endotermico modificato in grado di bruciare gli e-fuels. I combustibili elettrici sarebbero assimilabili a carburanti a impatto zero sul clima perché prodotti a partire da idrogeno verde (ottenuto per elettrolisi da fonti rinnovabili) e da CO2 catturata. Secondo uno studio di Transport & Environment, però, nel 2035 la quantità di e-fuel che potrà essere prodotta in UE basterebbe appena per il 2% del parco auto: 5 milioni di veicoli sui 300 totali. Per questo sarebbe una mossa sbagliata.

Dietro l’uscita del governo tedesco c’è, ovviamente, la pressione delle case automobilistiche nazionali. Il settore è cruciale per l’economia della Germania: vale quasi il 10% del pil, assorbe il 40% della spesa per ricerca e sviluppo, e dà lavoro a circa 800mila operai, quasi il 2% della forza lavoro.

Sulla stessa linea, peraltro, si sta muovendo anche il governo italiano. Per il titolare del MASE Pichetto Fratin, la scelta di Bruxelles è stata “poco razionale” mentre gli EV sarebbero “un affare per ricchi”. E nelle ultime settimane ha premuto anche lui affinché lo stop alle auto a benzina e diesel fosse ammorbidito consentendo l’uso di combustibili elettrici, biometano, idrogeno.