A confermarlo è il Sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti Roberto Traversi, rispondendo ad una interrogazione alla Camera. E con i fondi Cef finanziati più di 9.000 stazioni di ricarica. Chiazzese (M5S): "bene ma serve uno sforzo maggiore"
Colonnine elettriche in autostrada, a che punto è l’Italia?
(Rinnovabili.it) – Quali iniziative sta mettendo in campo il Ministero dell’Infrastrutture e trasporti per garantire la realizzazione di una infrastruttura per la ricarica dei veicoli elettrici? Questa la domanda posta posta al MIT nell’interrogazione parlamentare a prima firma di Paola Deiana (M5S). Al centro della questione c’è il decreto legislativo del 16 dicembre 2016, n. 257, recante la «Disciplina di attuazione della direttiva 2014/94/UE sulla realizzazione di una infrastruttura per i combustibili alternativi». Il provvedimento in questione prevede che prevede entro il 31 dicembre di quest’anno sia realizzato un numero adeguato colonnine elettriche pubbliche in ambito autostradale.
Un obiettivo essenziale per lo sviluppo dell’e-mobility nazionale, che si scontra oggi con le difficoltà economiche e sanitarie di questo particolare momento storico. A rispondere all’interrogazione è stato ieri il Sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti, Roberto Traversi, evidenziando come la realizzazione delle infrastrutture di ricarica di veicoli elettrici sia tra i progetti co-finanziati dal Programma Connecting Europe Facility – CEF. “Tale Programma europeo, per il periodo 2014-2020, ha offerto opportunità di finanziamento per progetti proposti da soggetti sia pubblici che privati, mediante la pubblicazione di 6 bandi concorsuali che hanno visto tra le priorità di finanziamento anche lo sviluppo della mobilità sostenibile”.
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Attualmente tra le iniziative finanziate dal CEF vi sono sei progetti privati che prevedono, complessivamente, l’istallazione di oltre 2000 stazioni di ricarica sul territorio nazionale. Di queste 650 risultano già attive e “localizzate principalmente sulla rete centrale transeuropea che ricomprende gran parte della rete autostradale nazionale“. A questo elenco si aggiungono altre 7.000 colonnine elettriche, che hanno già ricevuto l’ok europeo.
Non solo. “Il numero delle iniziative è destinato ad aumentare – aggiunge Traversi -dal momento che sarà possibile procedere alla presentazione di nuovi progetti entro i termini di novembre 2020 e di febbraio 2021”. Riguardo a quanto sarà realmente attivo entro la fine dell’anno a livello autostradale, il sottosegretario specifica che “sulla base dei dati aggiornati acquisiti presso le società concessionarie” […] le infrastrutture per la ricarica dei veicoli elettrici saranno 107“. Alla stessa data, “saranno realizzati anche un impianto ad idrogeno, un impianto di Gas Naturale Liquefatto, 17 impianti di Gas Naturale Compresso, e 70 impianti di Gas di Petrolio Liquefatto”.
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L’impegno promesso è stato accolto “con fiducia” dal deputato Giuseppe Chiazzese (M5S) che ha tenuto, però, a sottolineare come in tema di colonnine elettriche in autostrada l’Italia sia ancora troppo indietro. “Siamo in ritardo e questo disincentiva l’acquisto di veicoli elettrici, al punto che gli italiani contrariamente a quanto accade in altri Paesi si sembrano preferire l’acquisto di auto ibride a quelle esclusivamente elettriche. […] serve uno sforzo maggiore per fare in modo che la strategia di riconversione ecologica del parco auto, messa in campo anche con gli incentivi all’acquisto e per l’installazione di colonnine in ambito privato, si concentri su una adeguata dotazione infrastrutturale in ambito extraurbano ed autostradale oltre che urbano”.