Rinnovabili • mobilità emissioni zero Rinnovabili • mobilità emissioni zero

Le case auto corrono sulla strada della mobilità emissioni zero

In tutto il mondo – e in Europa in particolare – i costruttori auto si preparano alla completa transizione verso la mobilità emissioni zero. Se la UE impone il limite del 2035, le varie marche giocano d’anticipo

mobilità emissioni zero

di Andrea Barbieri Carones

(Rinnovabili.i) – La mobilità emissioni zero va avanti a passo spedito su un doppio binario: da una parte cospicui investimenti da parte di costruttori auto, dall’altro le (strette) leggi comunitarie.

Queste ultime, infatti, rientrano in una sorta di “pacchetto climatico” che comprende anche un diktat per le case auto: dal 2035 stop alla vendita di vetture cosiddette endotermiche. Ossia vetture spinte da motori a benzina o Diesel. 

Anche se mancano 14 anni alla data fatidica, i costruttori sono già quasi pronti. Anche perché sono anni che investono per “elettrizzare” il proprio listino, che già oggi dispone di auto elettriche in grado di percorrere anche 4 o 500 km (e anche più) senza fermarsi a ricaricare.

Per arrivare al 2035, i costruttori hanno stretto alleanze più o meno solide, al fine di condividere – e suddividere – i cospicui investimenti messi in campo verso la mobilità emissioni zero. Nissan con Renault, Volkswagen con Skoda, Audi e altri brand, Mercedes con Smart, Fca con Chrysler, Bmw con Mini. Giusto per citarne alcuni.

Anche se tali alleanze non sono state siglate solo per l’auto elettrica – ma più in generale per fare squadra, come le compagnie aeree – le vetture Z.E. (acronimo internazionale per Zero Emission) hanno dato un forte impulso.

Insomma: la svolta green è partita e più o meno tutti i costruttori stanno facendo scorta di batterie agli ioni di litio o di tecnologie basate sulle celle di idrogeno.

La mobilità emissioni zero delle case auto

Anche se già dalla fine dell’800 alcune auto erano a batteria, è dall’inizio del XXI secolo che l’onda è partita ed è nell’ultimo quinquennio che si è abbattuta nel mondo. 

Se i costruttori producono, gli utenti sono pronti? Per ora sembrerebbe di no anche se proprio il 2021 potrebbe essere l’anno del boom: ad agosto, a livello mondiale, le vendite di auto elettriche o ibride plug in (dove convive un motore endotermico con uno a batteria, quest’ultimo ricaricabile alla spina e usabile in esclusiva) sono aumentate del 114% rispetto a 12 mesi prima.

Di queste vetture che ad agosto hanno rappresentato il 7,7% del totale mondiale, il 71% erano completamente elettriche. Quindi senza carburatore, cinghia di trasmissione o serbatoio. Ma soprattutto senza tubo di scappamento da cui escono gas di scarico nocivi ai polmoni.

E l’Europa è in prima fila in questa rivoluzione insieme alla Cina, che essendosi affacciata molto più tardi al mercato auto non è ancorata all’utilizzo di vetture endotermiche.

E le case auto? Dal 2026, Audi avrà solo auto ibride o elettriche. Bmw, invece, si è segnata in agenda l’anno 2030: stop alle vendita di auto a benzina o a gasolio. Citroen gioca in ultra anticipo: dal 2024 sarà solo elettrica.

Le news da Stoccarda indicano che Mercedes e Smart sono già pronte. Soprattutto il brand delle “mini auto”: se dal 2022 avranno vetture Z.E. in tutti i segmenti, dal 2030 ci sarà l’addio all’endotermico.

Dal sud della Germania al nord: a Wolfsburg (sede Volkswagen) puntano alla scadenza del 2035 per “only electric”.

Il gruppo Fiat, partito in ritardo, ha recuperato terreno sul fronte dell’elettrico con la “500” che è un gioiellino e macina record di vendita in Italia. In questo caso l’obiettivo zero emissioni è previsto nel 2030. Come Ford. C’è poi Ferrari, uno dei marchi che più di ogni altro vive sul rumore del motore a benzina, simbolo di potere e “cavalli”: nel 2025 arriverà il primo modello elettrico.

Da Maranello a Coventry, sede di Jaguar e delle auto “muscolose” di carattere inglese ma proprietà indiana: in questo caso l’elettrificazione è già partita, a dimostrazione che anche le auto con alte prestazioni possono essere silenziose. E dal 2025, bye bye benzina.

Anche se sono partite per prime (le ibride Toyota risalgono a più di 20 anni fa) i marchi asiatici sembrano correre verso l’elettrico solo per non perdere quote di mercato in Europa, dove vendono milioni di unità ogni anno. Così Honda, Hyundai e Kia vogliono rispettare il termine del 2035. Senza lasciare del tutto i motori termici. 

Gli altri costruttori auto pronti alle auto a batteria

Land Rover abbandonerà i motori Diesel nel 2026, quando la regina Elisabetta – grande utilizzatrice di questi fuori strada – compirà 100 anni. Sempre parlando di fuoristrada, Jeep investe nell’ibrido, mentre Mazda e Mitsubishi si staccano dai “colleghi” nipponici e aspettano il 2030 per dire “sayonara” alle auto a combustione.

Un po’ come Nissan, stretto partner di Renault. E come Volvo. Se per Opel l’asticella Z.E. è fissata al 2028, Peugeot arriverà al traguardo 3 anni prima con tutti i modelli che avranno almeno una variante elettrica.

La già citata Toyota, già dal 2022 avrà in listino solo auto ibride, ibride plug-in ed elettriche. Senza dimenticare la Mira, auto Fuel Cell a idrogeno lanciata a Milano nel maggio 2019 dopo i successi in usa e Giappone. Ma il sodo sono le strutture di rifornimento.