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Il boom delle auto elettriche? Norme poco severe lo impediscono

Boom delle auto elettriche

di Andrea Barbieri Carones

Boom delle auto elettriche, le norme UE hanno delle lacune

(Rinnovabili.it) – Il boom delle auto elettriche è a rischio stop se gli obiettivi fissati dalla UE in tema di emissioni non dovessero cambiare e diventare più severi.

L’allarme lo lancia Transport & Environment, organizzazione no-profit con sede a Bruxelles, che dal 1990 promuove la sostenibilità del settore trasporti. T&E, rappresenta 63 organizzazioni di 26 paesi in tutta Europa, lancia questo allarme attraverso l’ultimo studio sul tema mobilità emissioni zero.

In uno studio, T&E evidenzia che negli ultimi anni le regole imposte nel Vecchio Continente hanno stimolato la forte espansione del settore consentendo ai veicoli elettrici di arrivare a coprire circa un quinto delle nuove immatricolazioni.

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I piani di riduzione delle emissioni attualmente in vigore, tuttavia, appaiono adesso così deboli da costituire un potente freno all’espansione del settore.

“Se i legislatori non interverranno, il boom delle auto elettriche, alimentato in passato dalle norme sul taglio delle emissioni, è destinato a vacillare”.  Così ha dichiarato Carlo Tritto, policy officer di T&E Italia.

“È arrivato il momento di fissare obiettivi adeguatamente ambiziosi se vogliamo scongiurare lo spettro di un decennio perduto nella corsa alla decarbonizzazione del settore. Ciò è ancora più importante per l’Italia, che ha tassi di motorizzazione tra i più alti d’Europa. Le auto da sole rappresentano il 16% delle emissioni aggregate dell’economia. È ora di agire”.

In base alle norme UE, i costruttori auto sono tenuti a tagliare le emissioni di CO2 dei nuovi veicoli messi in commercio. I numeri sono chiari: del 15% entro il 2025 e del 37,5% entro il 2030.

Ma in estate, la Commissione Europea ha alzato il tiro con il pacchetti “Fit for 55”, che prevede che entro il 2030 le nuove auto emettano il 55% in  meno del CO2 rispetto alla media del 1990. Successivo step al 2035, quando sarà vietata la vendita di vetture a combustione interna. 

Secondo le stime di T&E, l’obiettivo del 2025 potrebbe essere raggiunto addirittura con due anni di anticipo.

Per poter raggiungere i traguardi, sostiene l’analisi di T&E, i Paesi membri dovrebbero tagliare le emissioni del comparto automotive dell’80% entro la fine del decennio, fissando una soglia intermedia da varcare nel 2027.

Nelle leggi europee ci sono però delle “lacune” che permettono ai costruttori auto di interpretare alcune  norme nel perfetto rispetto delle direttive. Le aziende, infatti, possono sfruttare delle flessibilità per raggiungere più facilmente gli obiettivi prefissati.

Tali norme favoriscono la vendita di veicoli più pesanti, come i SUV altamente inquinanti e gli ibridi plug-in che, quando non vengono caricati, inquinano anche di più dei veicoli alimentati esclusivamente da combustibili fossili.

Una nota di T&E afferma che “Queste lacune legislative, sfruttate in modo particolare da Daimler e BMW, hanno determinato solo quest’anno minori vendite di auto completamente elettriche nella misura di 840.000 unità”.

Grazie a questa strategia, inoltre, tutti i produttori sono stati in grado di rispettare gli obiettivi sulla CO2 per il 2021. “Addirittura JLR, Volvo e Daimler – prosegue la nota – sono riusciti a centrare il traguardo pur registrando un incremento delle emissioni per le auto a benzina e Diesel rispetto a cinque anni fa”.

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Tra il 2022 e il 2030, dicono le stime, i cittadini della UE potrebbero acquistare infatti 18 milioni di auto elettriche in meno rispetto a quanto previsto dai piani di produzione dei produttori, generando emissioni extra per 55 milioni di tonnellate di CO2. Un ammontare superiore alla quota annuale di gas serra rilasciati da tutte le auto circolanti in Spagna. Il boom delle auto elettriche può aspettare.

Le case automobilistiche fanno gran mostra delle loro presunte credenziali verdi. Ma è un autentico bluff dietro al quale si cela lo sfruttamento di ogni lacuna legislativa per ritardare la data di azzeramento delle emissioni” ha aggiunto laconico Carlo Tritto.

“Ora che i governi e gli eurodeputati stanno discutendo le proposte della Commissione UE per i nuovi standard, che dovrebbero essere finalizzati entro l’inizio del 2023, i politici hanno la possibilità di porre fine a questa ipocrisia”.

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