di Tommaso Tetro
(Rinnovabili.it) – Vietare la vendita di auto diesel, benzina, e anche ibride, entro il 2035. Per quella data soltanto mezzi elettrici. Questo l’obiettivo dell’appello rivolto alla Commissione europea, al Parlamento europeo e ai governi dei Paesi membri Ue, firmato da 33 importanti attori della transizione ecologica.
Nell’appello – proposto da Transport & environment (organizzazione no-profit e indipendente che rappresenta 63 organizzazioni in 26 Paesi in tutta Europa), e aperto a nuovi ingressi – si fa presente che, fissando “un obiettivo di CO2 per i costruttori di veicoli a 0 grammi per chilometro”, si potrebbe inaugurare “una nuova era di mobilità a zero emissioni”. L’appello – sottoscritto da 27 grandi aziende tra cui Coca-Cola, Ikea, Sky, Uber, Volvo, Allego, Iberdrola, Leaseplan, Lime, Metro, Schneider Electric, Vattenfall, e le italiane Enel X e Novamont; insieme con 6 associazioni di automotive, energia, sanità, finanza – spiega che con “un obiettivo di CO2 per i costruttori di veicoli a 0 grammi per chilometro” si “sancirebbe l’eliminazione graduale delle auto a benzina e diesel (compresi gli ibridi)”.
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“Pianificando di diventare un’azienda di auto completamente elettriche entro il 2030, Volvo Cars intende segnare il passo nella transizione verso la mobilità a zero emissioni all’interno del proprio settore – osserva Anders Karrberg, responsabile della Sostenibilità globale di Volvo cars – ma per accelerare questa transizione sono necessari anche una chiara direzione e un sostegno da parte del governo. Volvo Cars è quindi lieta di unirsi a questo appello affinché la commissione europea proponga una data di fine delle nuove vendite di veicoli con motore a combustione interna nell’Ue entro il 2035. Sono inoltre cruciali ulteriori misure per aumentare la domanda dei consumatori europei per i veicoli elettrificati e il rapido sviluppo di un’infrastruttura di ricarica completa“.
Secondo Andrea Di Stefano, responsabile Progetti speciali di Novamont “il settore automotive impatta in modo molto consistente sul totale delle emissioni climalteranti. Ha quindi un ruolo centrale nella transizione ecologica che dobbiamo riuscire ad attuare in breve tempo. Per questo Novamont ha deciso di essere nel primo gruppo di aziende europee che hanno sottoscritto questo appello, confidando che molte altre realtà industriali seguiranno: se le istituzioni europee e nazionali aderiranno a questa proposta, farebbero fare un passo in avanti enorme e nella direzione giusta al nostro continente. Della riduzione di emissioni di CO2 e di altre sostanze inquinanti – rileva Novamont – trarrebbero vantaggio sia la salute collettiva sia molti altri comparti produttivi, a partire da quello agricolo. Sulle questioni ecologiche non dobbiamo infatti ragionare per compartimenti stagni: le buone scelte portate avanti in un ambito stimolano conseguenze positive su tutto l’ecosistema economico, ambientale e sociale”.
Per Anabel Diaz, direttore generale regionale per Europa, Medio Oriente e Africa di Uber, “gli obiettivi ambiziosi dell’Ue sono fondamentali per accelerare l’adozione dei veicoli elettrici. Applicare entro il 2035 degli obblighi a tutti i nuovi veicoli venduti in Europa accelererà la disponibilità di auto elettriche nuove e di seconda mano a prezzi accessibili. In questo modo si abbatterebbe uno degli ostacoli principali al passaggio verso veicoli elettrici per i conducenti ad alto chilometraggio con un impatto enorme sul clima. L’obiettivo di eliminazione graduale dall’Ue e la cooperazione dell’intero ecosistema EV consentirà una transizione più rapida verso una mobilità più sostenibile che Uber ha sostenuto attraverso i propri obiettivi di avere un parco auto al 50% elettrico entro il 2025 in sette città e al 100% entro il 2030 in tutta Europa”.
“L’elettrificazione di auto e furgoni è inevitabile per il clima, per i consumatori e per la strategia industriale europea – dice Veronica Aneris, direttrice per l’Italia della Federazione europea Transport & environment – le imprese ora vogliono chiarezza sulla velocità della transizione per pianificare e prepararsi. Solo i legislatori dell’Ue possono fornirla, indicando la data della fine delle vendite di auto e furgoni con motore a combustione interna”.
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I nuovi obiettivi che la commissione Ue proporrà a giugno – viene spiegato – come parte del pacchetto legislativo ‘Fit for 55’ – per la riduzione delle “emissioni complessive di almeno il 55% entro il 2030” e il raggiungimento di “‘zero emissioni nette’ entro il 2050” – potrebbero mettere “in moto una trasformazione sistemica” e potrebbero rendere “l’Ue leader globale in un settore chiave per un futuro a zero emissioni”.
I 33 firmatari ricordano come “autovetture e veicoli commerciali leggeri siano responsabili non solo del 15% di tutte le emissioni di CO2 in Europa”, ma anche della “maggiore fonte (26%) di emissioni tossiche di ossido di azoto, che provocano malattie croniche e la morte prematura di 54mila europei ogni anno”, oltre ai “200 miliardi di euro spesi ogni anno per l’importazione di petrolio”. La domanda dei veicoli elettrici – osservano i firmatari dell’appello – “sta crescendo rapidamente nonostante la pandemia”, e “rappresentano oltre il 10% dei veicoli venduti in Europa nel 2020. Decretare lo stop alla vendita degli altri tipi di auto fornirebbe un chiaro segnale alle case automobilistiche, ai fornitori di infrastrutture di ricarica, al settore energetico e alle istituzioni finanziarie per fare gli investimenti necessari alla ‘transizione'”.